Cormezz, è fermo
il passaggio alla Rcs

DA CINQUE MESI non fa passi in avanti la trattativa avviata dai dirigenti della Rcs Corriere della sera per acquisire la maggioranza assoluta dell’Editoriale del Mezzogiorno, la srl che edita il Corriere del Mezzogiorno. Le posizioni sono chiare e, al momento, rigide; sono distanti le stime della società napoletana: per Rcs varrebbe tra gli otto e i nove milioni, per i venditori almeno il doppio; quindi l’offerta che arriva da Milano è molto modesta, mentre il gruppo dei titolari di quote dell’Editoriale, guidati dal presidente di Confindustria campana Giorgio Fiore, è deciso a non svendere un’avventura che a giugno 2012 compie quindici anni, con Napoli primo

dorso e Bari seconda nata delle edizioni locali targate Corriere della sera.
Al momento la situazione è questa: la Rcs ha poco meno del 49 per cento, con 423.846 euro su un capitale di 866.360; il restante 51 per cento è diviso in quote variabili tra persone fisiche e società:


Massimo Alberizzi e Raimondo Zanaboni (*)

la famiglia Cesaro (Maria Luisa, Massimo, Vincenzo Maria), i Mattioli (Mario, Francesca, Paola e Monica), Gustavo Ascione (con la quota più bassa, 2073 euro), Caronte srl, D’Amico spa, Divella spa, Edisolving srl, Finguida srl (anche per la società di Port’Alba la quota è di 2073 euro), Mogeco srl, Rem srl, Sfp srl, Sofin spa, Sis srl. La squadra degli amministratori è composta da Ernesto Cesaro presidente, Giorgio Fiore amministratore delegato, Nicola Putignano vice presidente e dai consiglieri Maurizio Barracco (per venticinque anni, dall'ottobre 1984, consigliere d'amministrazione del Corriere della sera), Luciano Cimmino, Cesare D’Amico, Pasquale Divella, Stefano Fanchini, Massimo Monzio Compagnoni, Vincenzo Musolino, Alberto Pinto e Luca Traverso.
Del passaggio del Cormezz alla Rcs si discute da tempo; già nel 2010 c’erano stati i primi sondaggi, seguiti a giugno scorso da un incontro senza esito dei napoletani con il presidente Piergaetano Marchetti e dall’amministratore delegato di Rcs Mediagroup Antonello Perricone, anche perché sarebbe stata fatta una proposta ai limiti dell’offensivo: “vi diamo i soldi che avete speso e ci aggiungiamo un 3 per cento di interesse”.
In questi mesi non ci sono da segnalare passi in avanti della trattativa. Da Milano si sono limitati a esercitare un po’ di pressing attraverso la concessionaria di pubblicità e pare che lo stesso amministratore delegato della concessionaria Rcs Raimondo Zanaboni abbia fatto sapere che in tempi di crisi il minimo garantito annuale che scade a dicembre non verrà rinnovato.
Sulla questione il comitato di redazione del Cormezz Napoli (Paolo Cuozzo, Natascia Festa e Vanni Fondi) ha chiesto l’intervento della Federazione della stampa che il 3 novembre ha promosso un incontro nella sede della


Gustavo Ascione e Luciano Cimmino

Federazione editori cui hanno preso parte i dirigenti della Rcs, la Fnsi, la Fieg, i comitati di redazione delle testate regionali allegate al Corriere della sera, il cdr del Corsera (Massimo Alberizzi, Sebastiano Grasso, Biagio Marsiglia, Elena Raffo

per corrispondenti e collaboratori, Daria Gorodisky per l’ufficio di corrispondenza dalla capitale, Rosaria Spadaccino per l’edizione romana).
Dall’incontro non sono emerse novità come risulta dalla nota diffusa il nove novembre dal cdr del Corsera. “Per l'azienda, - scrivono i sindacalisti di via Solferino - il direttore generale Giulio Lattanzi ha detto che, nonostante "gli interventi fatti abbiano dato frutti", la "situazione generale sembra più rischiosa di prima, visto che la crisi dei consumi incide negativamente su diffusione e pubblicità. Ci stiamo rafforzando, ma per ora non ci sono benefici economici".
Lattanzi, continua il cdr, ha ribadito che l'intenzione di "privilegiare una maggior presenza nelle società editrici delle testate regionali", ma ha sottolineato che si tratta di "un percorso" e che servono, "oltre alla volontà a vendere degli altri azionisti, anche elementi economici e organici compatibili. Non ci possiamo permettere di lanciarci in iniziative che si trasformino in perdite". Il direttore generale ha poi aggiunto che "Bologna sembra essere più in dirittura d'arrivo, mentre sulle altre situazioni sembra che i tempi non siano così stretti. Ma è fuori discussione che Rcs esca dalle società regionali".

(*) Da www.pubblicitaitalia.it