Repubblica, testo
sul ‘lavoro agile’

Premessa_ I principi che ispirano lo smart working a Repubblica

Lo smart working – o lavoro agile – nasce come strumento per migliorare le condizioni del lavoratore e la relazione vita/lavoro, ma ha avuto uno sviluppo notevole nel momento in cui i datori di lavoro hanno riscontrato che il lavoro agile, oltre al miglioramento sul piano del benessere dei dipendenti, poteva comportare un risparmio sulle spese e sul diverso utilizzo degli spazi aziendali. La disciplina del lavoro agile è stata adottata a sistema da tempo in molti Paesi sia nel settore pubblico che in quello privato anche in considerazione dei benefici ambientali che comporta (principalmente per la riduzione del traffico veicolare dovuto agli spostamenti di grandi masse da casa al luogo di lavoro).
 In Italia, il lavoro agile si è diffuso negli ultimi 10 anni ed è disciplinato al momento dalla legge 81 del 10 maggio 2017 che ne stabilisce le linee guida e ne riassume la filosofia con tre parole: conciliare (lavoro e vita privata), innovare, competere. Nella pratica, si tratta di una diversa modalità di svolgimento del lavoro subordinato nella quale a una compressione del potere aziendale di etero-direzione corrisponde per i lavoratori un aumento dell’autonomia e delle responsabilità. In questa modifica parziale dei ruoli tradizionali datore di lavoro-dipendente, la fiducia reciproca ha un peso rilevante. A partire dalla primavera del 2020, per effetto della pandemia e dei lockdown che ne sono derivati, il ricorso a tale forma di organizzazione del lavoro si è esteso inevitabilmente in molte imprese, determinando una situazione in cui, in attesa di una legge di dettaglio,la regolazione è affidata principalmente ad accordi di secondo livello che variano azienda per azienda e cambiano a seconda del settore a cui fanno riferimento.
In questo contesto, anche la società Gedi New Network SpA e la rappresentanza sindacale dei giornalisti del quotidiano la Repubblica intendono attraverso il presente verbale di accordo addivenire a una disciplina concordata sul lavoro agile e da remoto che vada oltre le esigenze determinate dall’emergenza pandemica e oltre lo stesso stato di emergenza attualmente in vigore e in scadenza il 31 dicembre 2021.
L’obiettivo dell’intesa è adottare in via sperimentale una nuova organizzazione del lavoro che garantisca e favorisca all’interno della newsroom un equilibrio tra lavoro in presenza e da remoto. Che sia continuativa (e non emergenziale) e riguardi l’intero corpo redazionale (e non più singole strutture o singoli giornalisti).Che collochi “Repubblica” sul fronte più avanzato del processo di ridefinizione del funzionamento e degli standard operativi di una newsroom nel secolo digitale. Che risponda al processo post-pandemico in atto che vede – secondo quanto documentato nel rapporto 2021 dal “Reuters Institute for the study of Journalism” dell’università di Oxford, uno dei più prestigiosi osservatori dei cambiamenti globali del mondo dei media – il 79% delle principali testate e media company al mondo aver adottato nuove organizzazioni del lavoro sul modello “ibrido”.
Tale organizzazione dovrà favorire per i giornalisti l’opportunità di un migliore equilibrio tra la vita privata e quella lavorativa. Dovrà poi consentire di mantenere una produzione di contenuti qualitativamente in linea con la tradizione della testata e insieme – attraverso un percorso di formazione continua e aggiornamento delle competenze–contribuire a completare l’integrazione del sistema carta con quello digitale, guardando alla prospettiva che quest’ultimo diventi un supporto sempre più strutturale alla stampa tradizionale su cui è nata ed ha prosperato la Repubblica.
L’azienda e il comitato di redazione concordano in premessa con il principio basilare della legge 81/2017 che fonda il lavoro agile e da remoto sull’adesione volontaria del singolo giornalista. Concordano inoltre sul fatto che l’organizzazione oggetto del presente accordo avrà valore sperimentale e la durata di un tempo concordato al termine del quale le parti valuteranno lo stato della sperimentazione per stabilire se procedere con una proroga, se apportare eventuali correzioni