Le 'prediche' di Napoletano

Cara Iustitia,
stiamo leggendo da qualche tempo di fatti e retroscena che riguardano la milionaria carriera di Roberto Napoletano, pingue e serioso giornalista approdato dalla sua Nola (attraverso Napoli Oggi, Napolinotte, Giornale di Napoli, Mattino, Informazione e Messaggero) alla direzione del prestigioso Sole24Ore, quotidiano di Confindustria, gotha del pensiero economico corrente e dominante, da decenni fautore di politiche neoliberiste e di progressivo smantellamento di diritti e conquiste del mondo del lavoro. In nome, è chiaro, di ripresa, sviluppo, deregulation, libertà di impresa. Eccetera eccetera.  
Come è ormai noto e come risulta dai documenti pubblicati da vari organi di stampa, Napoletano, insieme agli ex presidente e amministratore del Sole 24 Ore spa Benito Benedini e Donatella Treu, è indagato per false comunicazioni sociali nell'inchiesta che ha portato la guardia di finanza nella sede del giornale e nel suo stesso ufficio di multi-direttore (il Nostro è remunerato per il doppio incarico di direttore politico e direttore editoriale) e nel 2015 si era garantito una fuoriuscita plurimilionaria, attraverso una scrittura privata destinata, nelle intenzioni, a rimanere segreta. Ma che segreta più non è. È appunto spuntata fuori a margine dell'inchiesta sui numeri truccati del Sole24Ore, che riguarda - tra l'altro - l'accertamento del reato di false comunicazioni sociali servite a gonfiare in maniera truffaldina il numero di copie vendute e di abbonamenti all'edizione digitale per condizionare Borsa e introiti pubblicitari. 
Orbene, nella scrittura segreta e non più segreta si legge che "in caso di recesso da parte della società non sorretto da giusta causa o da giustificato motivo, la società sarà tenuta a corrispondere al dott. Napoletano, in aggiunta all’indennità sostitutiva del preavviso prevista dal contratto nazionale di lavoro, a titolo di indennizzo, e, comunque, di importo transattivo relativo alla risoluzione del rapporto,… una somma lorda forfettaria e onnicomprensiva pari a 36 mensilità della sua retribuzione lorda fissa (ad oggi pari a euro 750.000 lordi su base annua)".
In sostanza, Roberto Napoletano si era assicurato - anche solo nel caso in cui altri soci dovessero affiancare la società che pubblica il Sole - che l’azienda gli versasse una buonuscita pari a tre anni di stipendio lordo, ovvero 2 milioni 250mila euro, in aggiunta all’indennità sostitutiva del preavviso e al Tfr maturato.
Ora, a parte i diversi aspetti dell'inchiesta che punta ad altro, la domanda è questa: ma Roberto Napoletano non è tra coloro che con maggiore convinzione e pathos (ricordiamo le sue frequenti e meditabonde apparizioni da Vespa a Porta a Porta e in altri salottini televisivi come Otto e mezzo, La gabbia e L'aria che tira di Myrta Merlino) ha per anni predicato la necessità di tagliare stipendi, pensioni, articoli 18, statuto dei lavoratori? Ma allora faceva finta? Era uno scherzo? O quello che vale per gli altri non vale per la propria saccoccia?

Loris Spezzino
 
Roberto Napoletano
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