iustitia.jpg (10952 byte)

emergency.jpg (5009 byte)

LETTERE

14 giugno
2003 / anno XI
numero 22

 ball.gif (479 byte) politica (*)

 ball.gif (479 byte) economia (*)

 ball.gif (479 byte) giustizia (*)

 ball.gif (479 byte) media

 ball.gif (479 byte) sanità (*)

 ball.gif (479 byte) archivio

 ball.gif (479 byte) home page

 ball.gif (479 byte) e-mail

 ball.gif (479 byte) nomi citati

(*) link non attivi

 

novitas.jpg (6385 byte)

libro_loffredo.JPG (9042 byte)
vert_alto.JPG (2702 byte)
vert_100.JPG (2698 byte)
 
 
"Grazie anche a noi diminuiti gli eventi delittuosi"

Egregio signor direttore,
con la presente Le chiediamo di offrirci la possibilità di chiarire un argomento trattato dalla testata telematica da Lei diretta. 'Iustitia', infatti, nel numero 12 del 5 aprile 2003, ha pubblicato con risalto un comunicato diffuso da una associazione casalese denominata "Don Peppe Diana" che esprimeva una serie di considerazioni circa la linea editoriale della testata da noi edita: il 'Corriere di Caserta'. Oggi possiamo rendere dichiarazioni che più compiutamente esprimono la posizione della Editoriale Corriere al riguardo, senza che possano essere compiute speculazioni di carattere elettorali, come di sovente avviene su argomenti delicati, che andrebbero trattati per altri scopi ed in altri momenti.
Le segnaliamo che il rappresentante dell'associazione "Don Peppe Diana", nelle recenti consultazioni amministrative, era candidato a sindaco nella città di Casal di Principe e, probabilmente, dalla vicenda oggetto del comunicato immaginava di trarne un beneficio di carattere elettorale. Ma i risultati emersi dalle urne cittadine sono stati decisamente negativi. Il comportamento adottato, in presenza di un appuntamento elettorale, riteniamo sia stato eticamente poco corretto.
A questo punto ci dichiariamo aperti a qualsiasi confronto per dibattere sul ruolo dell'informazione, e chissà se il presidente dell'associazione casalese non condivida, come già successo nell'occasione poi (stranamente), divenuta oggetto di censura, la chiave di lettura da noi attribuita ai fatti. Si trattava, nel caso specifico, di una forte critica alla sentenza di primo grado emessa nel processo per l'omicidio di don Giuseppe Diana. Sentenza che, implicitamente e paradossalmente (come affermato pubblicamente da uno dei legali), individuava il prete ucciso dai camorristi nella veste di 'fiancheggiatore'. Ma aldilà del tenore altamente diffamatorio delle affermazioni riportate nel comunicato che, con cognizione di causa, rimandiamo al mittente, vorremmo significare un dato che, magari, tornerà utile per fare chiarezza sull'operato del nostro quotidiano casertano: negli ultimi dieci anni gli eventi delittuosi in Terra di Lavoro sono diminuiti del 90 %. I nostri lettori (che hanno premiato gli sforzi editoriali facendo registrare al nostro quotidiano un notevole aumento delle vendite, regolarmente certificate dall'Ads, tanto da farla divenire testata leader in provincia di Caserta) ci perdoneranno la presunzione, ma abbiamo ragione di ritenere che questa diminuzione, in quota parte, sia dovuta all'evidenza che il nostro giornale ha dato a tali accadimenti, , nel decennio di riferimento, ottenendo così un 'effetto stimolo' alle istituzioni abilitate a combattere il fenomeno. E poi, Leonardo Sciascia insegna: le organizzazioni mafiose e camorristiche tendono a mettere il bavaglio combattendo con ogni mezzo non chi sta zitto, ma chi evidenzia con vigore le azioni malavitose. Per decenni, in provincia di Caserta, la perdita di vite umane ha rappresentato, per gli organi di informazione, un interesse pari al 'colonnino' a piè di pagina, quasi l'inaugurazione di questo o di quel sito avesse una rilevanza giornalistica maggiore. Noi, invece, abbiamo fortemente contribuito ad eliminare questa cappa omertosa che ha permesso, di fatto, il proliferare della camorra, ed adesso si cominciano a registrare i risultati positivi della magnifica attività di controllo del territorio operata dai tutori dell'ordine che, con arresti eccellenti, hanno decapitato i vertici e, in molti casi, anche la base delle organizzazioni criminali più pericolose.
Mai abbassare la guardia, è vero, tant'è che rinnoviamo il nostro impegno a continuare la battaglia per la legalità da tanti anni sostenuta. Le minacce non sortiranno alcun effetto, non ci lasceremo imbavagliare da nessuna pseudo-associazione che distribuisce fac-simili davanti ai seggi elettorali. E chi spera ancora di costruire fortune politico-elettorali sulle malefatte dei delinquenti, è bene che trovi altre tigri da cavalcare: la speculazione sui morti ammazzati è una pratica abusata che non dà più frutti.

Caserta, 31 maggio 2003 Pasquale Clemente
amministratore unico dell'Editoriale Corriere