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Per il Pdl "un sondaggio
che sembra una patacca"
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L’UNDICI SETTEMBRE il Mattino e il Roma pubblicano un sondaggio sulla 'notorietà' e la 'fiducia' dei politici campani in vista delle elezioni regionali del marzo 2010.
Nel pomeriggio viene diffusa una dichiarazione di Paolo Romano, capo gruppo del Popolo della libertà al consiglio regionale. “È uno |
strano sondaggio, - osserva Romano – orfano di committente e sconosciuto anche al sito della Presidenza del consiglio dei ministri che pubblica tutti i rilevamenti di carattere statistico, quello effettuato da Luigi Crespi, a cui alcuni quotidiani cittadini hanno |

Luigi Crespi (*) e Paolo Romano |
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riservato ampio e sospetto spazio”. Dopo le critiche soft, arriva il siluro: “Senza entrare nel merito di quello che guardato da lontano sembra una patacca, ma visto da vicino sembra volerci avvertire che siamo già in campagna elettorale, ritengo che il Pdl più se ne discosterà più accrescerà la sua credibilità e la sua possibilità di vittoria contro il centro sinistra”.
Vediamo ora autore e risultati del sondaggio. L’autore è Luigi Crespi, titolare di una società (la Crespi ricerche) e di un blog, venti anni fa funzionario del Pci, per qualche anno simpatizzante socialista, dal ’93 collaboratore per la comunicazione e poi sondaggista di fiducia di Berlusconi, per il quale alterna successi e flop: nel 1995 con i suoi exit poll fa piazzare al direttore del Tg4 Emilio Fede le bandierine del centro destra su gran parte delle regioni italiane che al termine dello spoglio passano in massa al centro sinistra; inventa il ‘Patto con gli italiani’ che Berlusconi, a cinque giorni dal voto per le elezioni politiche che poi vincerà contro Francesco Rutelli, firma l’otto maggio del 2001 a ‘Porta a porta’, davanti al notaio Bruno Vespa. Nel settembre 2005
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Fedele Confalonieri e Bruno Vespa
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Crespi è arrestato dai giudici di Milano nell’ambito delle indagini sul crac della Hdc, una sua società di comunicazione, e nel febbraio scorso viene rinviato a giudizio dal gup Giovanna Verga per il fallimento della Hdc con l’accusa di bancarotta, |
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falso in bilancio e distrazione, insieme a altri diciotto imputati, tra cui il vice presidente vicario del gruppo Mediolanum Alfredo Messina, dal 2008 senatore del Pdl, e il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri.
Passiamo al sondaggio, che presenta due tabelle: la prima riguarda l’orientamento di voto per gli schieramenti, la seconda 'registra' la notorietà e la fiducia dei principali politici campani. Alle elezioni regionali della primavera 2010 è prevista una vittoria schiacciante del centro destra che oggi raccoglierebbe il 45,1 per cento dei voti, rendendo superflua l’alleanza con l’Udc di Pier Ferdinando Casini, mentre il Partito democratico si fermerebbe al 23 per cento. Previsione molto sbilanciata, ma in qualche modo interna all’onda favorevole al Pdl dalle politiche del 2008 in avanti.
La seconda tabella riguarda i politici in corsa per il vertice della Regione Campania. Stravince la gara Italo Bocchino, per la cui rivista (il bimestrale Con) la Crespi ricerche ha realizzato sondaggi. L’editore del Roma, con il 76 per cento, si piazza al quarto posto per notorietà alle spalle di Antonio |
Bassolino, Sandra Mastella e Mara Carfagna, ma è primo per fiducia battendo il ministro per le Pari opportunitą e il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Fanalini di coda l’assessore regionale Ennio Cascetta e l’ex assessore Andrea |

Mara Carfagna e Sandra Lonardo Mastella |
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Cozzolino, che raccolgono percentuali molto modeste sul versante notorietà
(20 e 18 per cento) e irrisorie sul fronte fiducia (12 e 10 per cento).
“Su quali elementi – commenta un anziano cronista del Mattino - sarebbe costruito il primato sulla ‘fiducia’ non mi è ben chiaro. Personalmente ricordo soltanto che quando nel 2005 contese a Bassolino la presidenza della Regione, incassando una clamorosa sconfitta (ottenne il 33,2 per cento, vistoso arretramento rispetto al 44,2 registrato da Antonio Rastrelli nel 2000, sempre contro Bassolino) si impegnò a rimanere per cinque anni in consiglio regionale, salvo cambiare idea e dimettersi pochi mesi dopo per tornare tra i banchi di Montecitorio”.
Lineare la lettura del sondaggio che circola nell’entourage degli ex Forza Italia al consiglio regionale. “Per conoscere chi candiderà il Pd, spiegano, è necessario attendere il congresso del partito che si svolgerà a ottobre. Per il Popolo della libertà la scelta è ristretta a tre nomi: Italo Bocchino, Mara Carfagna e Nicola Cosentino. La Carfagna però è già ministro e tra non molto dovrebbe sposarsi con un industriale del Nord che certo non gradirebbe un ritorno a tempo pienissimo nell’inferno Campania. Restano in campo in due e Bocchino sta accarezzando l’idea di andare a raccogliere una |

Vittorio Del Tufo e Paolo Russo
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vittoria che sulla carta appare probabile. Per rimontare Cosentino deve però accreditarsi come un politico che riscuote un consenso largo e addirittura il più affidabile tra i potenziali candidati di destra e di sinistra”. Rimane in piede un’ultima questione: perché il |
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Mattino e il Roma dedicano ampio spazio a un sondaggio “orfano di committente”, che “guardato da lontano sembra una patacca” e, aggiungono gli esponenti Pdl, “a distanza di giorni ancora non viene segnalato sul sito ufficiale della presidenza del consiglio”?
Per il Roma la risposta è semplice dal momento che Bocchino è il patron del giornale, anche se in questo caso la squadra guidata da Antonio Sasso e Andrea Manzi si è fatta prendere dall’entusiasmo. Ne è venuto fuori un titolo che fa sorridere: “Regione, il popolo spinge Bocchino”.
Più complicata la vicenda Mattino che pubblica una pagina con un servizio firmato da Gerardo Ausiello, un box con dichiarazioni di Luigi Crespi e le tabelle sui politici, con rilievo, e sui partiti. Per completezza di informazione (o per difesa preventiva) viene messo in pagina un riquadro sulle caratteristiche del sondaggio realizzato attraverso 800 telefonate a utenti campani. Da notare che nel digitare la tabella qualcuno la modifica: la successione dei candidati non è più costruita sulle percentuali della fiducia, vedi Roma; in questo modo vengono spinti verso il basso Stefano Caldoro e Luigi Nicolais e recupera qualche posizione Cosentino, comunque bastonato.
Come detto, nel pomeriggio dell’undici settembre parte la replica di Paolo Romano, ma arrivano anche telefonate calde dal Pdl con richieste di spiegazioni. La risposta farfugliata è che il giornale si è limitato a mettere in pagina un sondaggio diffuso dalle agenzie. Una risposta che ha convito poco |
gli interlocutori perché l’unica agenzia che ha dato notizia del sondaggio è stato il Velino Campania, cha fa capo a Giulio Di Donato, neo segretario regionale dell’Udeur. E il lancio del Velino arriva soltanto nel secondo pomeriggio. Resta allora da chiarire |

Virman Cusenza e Antonello Velardi |
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chi al Mattino ha deciso l’operazione sondaggio e se il Mattino, a sei mesi dal voto, ha già un suo candidato. Del resto ci sono frequenti precedenti di 'tifo'; basti citare i titoli filo Cozzolino del giugno 2008 quando la partita per la segreteria provinciale del Pd vedeva chiaramente in testa Nicolais.
In questo caso l’iniziativa è stata decisa da uno dei vertici. Oltre il direttore, dopo l’uscita di tanti senatori rimangono Velardi e due redattori capo storici, Antonino Pane e Armando Borriello, che coordina interni e esteri, mentre la cronaca è affidata a Vittorio Del Tufo e al suo vice Paolo Russo.
Nel discorso alla redazione Cusenza ha insistito sul rigore nel seguire la politica. “Siamo amici di tutti – ha detto – e nemici di nessuno. Diamo notizie. E con chi mette in pagina articoli per gli ‘amici’ sarò durissimo”. Intanto il Mattino non ha dato neanche notizia della replica del Pdl al sondaggio. |
(*) Da www.corriere.it
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