Si può criticare De Laurentiis?

Caro Cozzolino,
sono un pubblicista iscritto dal 1992 all'Ordine nonché all'Ussi, Unione stampa sportiva. Per anni ho scritto per Il Giornale di Napoli (erano direttori Emidio Novi e Antonio Sasso), e collaboro con il Roma da quando è tornato in edicola nell’ottobre del 1996. Mi sono sempre occupato di sport, di calcio in particolare, e da 18 anni seguo il Napoli per i succitati quotidiani e da quattro faccio l'opinionista in una trasmissione di Tele A.
Ti scrivo per segnalarti un episodio di una gravità inaudita che attenta al fondamentale diritto di libertà di espressione e di informazione. Il 31 marzo scorso nella sala stampa dello stadio San Paolo, al termine della partita Napoli-Palermo (vinta al 94’ dagli azzurri con un gol di Hamsik), ho chiesto al presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che aveva elogiato il cambio di modulo effettuato nel secondo tempo dall’allenatore Edy Reja, se tale variazione tattica non fosse stata tardiva. De Laurentiis non ha risposto alla domanda, si è alzato e ha abbandonato la conferenza stampa.
Il giorno seguente l'addetto stampa del Calcio Napoli Guido Baldari ha telefonato a Raffaele Auriemma, responsabile delle pagine sportive del Roma, chiedendo di non accreditarmi più e di non farmi scrivere del Napoli. La richiesta fattami dal direttore del Roma, Antonio Sasso, di essere più morbido e di sposare la linea pro Napoli e pro Reja scelta dal giornale non poteva da me essere accettata per dignità morale ed onestà intellettuale perchè ritengo che si debba essere sempre liberi di esprimere, nel rispetto delle persone, la propria opinione senza condizionamento alcuno.
Per la gara Napoli-Atalanta in programma il giorno 13 aprile, ho presentato una richiesta di accredito non più per il Roma, ma per un sito web (www.tifosinapoletani.it) per il quale curo l’intera parte giornalistica, con un regolare contratto di collaborazione. Il giorno 11 aprile alle ore 15,43 ho ricevuto dall'addetto stampa del Calcio Napoli una telefonata. In tale telefonata, ascoltata a viva voce anche dal collega Ugo Maria Tassinari che si trovava presso il mio studio di commercialista e che potrà confermare in qualsiasi momento, Baldari mi ha comunicato il diniego dell'accredito. Alla mia richiesta di chiarimenti, Baldari testualmente rispondeva: "Dovresti sapere perchè non ti accreditiamo: per quello che dici e per quello che scrivi". Affermazione che si commenta da sola e che denota un tentativo di censura. Non consentire ad un giornalista di fare il proprio lavoro nella maniera che ritiene più opportuna credo che sia una violazione del più basilare diritto democratico: quello della libertà di espressione e di informazione. Ti ringrazio e ti saluto.

Antonio Corrado


Post scriptum. Ti segnalo che ci sono stati altri episodi di scarsa sensibilità da parte di esponenti del Calcio Napoli nei confronti dei giornalisti; ad esempio, nel caso che poco più di un mese fa ha visto protagonista il redattore del Tempo Tiziano Carmellini.    
Intanto di quanto è accaduto alla sala stampa del San Paolo e del successivo ostracismo dei rappresentanti del Calcio Napoli nei miei confronti ho informato con una lettera raccomandata i vertici nazionali e regionali dell’Ordine (Lorenzo Del Boca e Ottavio Lucarelli) e dell’Ussi (Luigi Ferrajuolo e Toni Iavarone).

Iustitia ha chiesto a Baldari e Sasso se intendevano replicare a Corrado. Contattato due volte, Baldari si è impegnato a richiamare, ma siamo ancora in attesa di un suo squillo, a conferma che le segnalazioni di Carmellini e Corrado hanno un qualche fondamento. Sasso ha immediatamente risposto.

Nello Cozzolino

Antonio Sasso: “Corrado è un collaboratore del Roma che saltuariamente nel dopo partita copre soltanto le interviste ai giocatori della squadra ospite. Non ha mai scritto sul presidente, sull’allenatore e sulla società, per cui non collabora più con il Roma non per la sua linea di attacco al Calcio Napoli, ma per il suo comportamento poco professionale nella tribuna stampa del San Paolo”.
 
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