Cara Iustitia,
ma davvero al Corriere del Mezzogiorno fanno scrivere dal Cilento una corrispondente che è anche consigliera comunale del territorio di cui si occupa? Non ho parole. Anche perché mi viene in mente la mia esperienza, che ricordo come fosse ieri. Esperienza che certifica la mia stratosferica stupidità di persona ligia alle regole e alla deontologia in un mondo di opportunisti e furbetti.
Tre aprile 2002, da poche ore ho firmato un contratto come componente di staff del presidente della Provincia di Napoli, il verde Amato Lamberti. Ero collaboratore del Corriere del Mezzogiorno, scrivevo pezzi dalla penisola sorrentina, dove risiedo. Cronaca bianca, curiosità, qualche puntatina breve sulla giudiziaria. Giornalisticamente parlando, era una discreta opportunità. Non eccezionale, ma discreta. Giornale prestigioso e autorevole. Retribuiva qualche soldino, che non è mai male. Chissà, in futuro poteva spalancarsi qualche porta.
Ma io avevo accettato di lavorare per un politico. Come avrei potuto continuare a scrivere su un giornale serio come il Cormezz senza insinuare nei lettori il dubbio che i miei pezzi non fossero orientati, o viziati, da uno scopo politico? Perché caricare sull’incolpevole Corrmezz – che era all’oscuro del mio contratto con Lamberti - questa responsabilità?
Quindi, due ore dopo aver firmato in Provincia, mi recai nella redazione e, accompagnato da un amico redattore che ancora oggi ci lavora, chiesi e ottenni un colloquio con il vice direttore dell’epoca, Antonello Velardi, spiegandogli il perché e il percome intendevo concludere la collaborazione. Antonello, bontà sua, mi sorrise con gli occhi sgranati. Poi disse di apprezzare molto la mia scelta. Disse che una persona corretta e per bene come me avrebbe avuto tutte le fortune che meritava. Mai parole furono meno profetiche.
Velardi ora è al Mattino. Il direttore Cormezz dell’epoca è lo stesso di oggi, Marco Demarco. Firma eccellenti editoriali contro il ‘familismo amorale’ della politica e della società campana – a proposito: ma come sono state scelte le sostituzioni estive al Cormezz? - e mi piacerebbe tanto sapere oggi, a sei anni di distanza, cosa ne pensa delle ragioni della scelta di un suo ex sconosciuto collaboratore del quale probabilmente a stento ricorda la faccia. Per me fu una scelta ‘morale’, nel senso migliore del termine. Ma oggi, vedendo l’andazzo in giro, i consiglieri-corrispondenti, gli assessori-praticanti (il riferimento è al verde Francesco Borrelli, ndr), gli uffici stampa di collaboratori e redattori di quotidiani e di agenzie (un nome per tutti: Angelo Cerulo, pilastro di Ansa Napoli e della Camera di commercio di Napoli, ndr), i colleghi che lavorano per partiti di centrodestra e centrosinistra contemporaneamente, gli inespugnabili grovigli dei conflitti d’interessi in cui sguazza il giornalismo napoletano e nazionale, mi darei una risposta diversa: non è una scelta ‘morale’, è una scelta ‘da fesso’. Cordialmente, il suo fesso
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