Il Cormezz non va in
edicola per tre giorni

PER LA PRIMA volta, in oltre sedici anni di vita, i redattori del Corriere del Mezzogiorno hanno proclamato due giorni consecutivi di sciopero bloccando l’uscita del giornale l’undici e il dodici settembre e l’aggiornamento delle edizioni on line di Campania e Sicilia.
Il primo giorno di sciopero è stato votato dall’assemblea il 10 settembre dopo la comunicazione dell’amministratore delegato dell’Editoriale del Mezzogiorno

Domenico Errico di operare drastici tagli alle edizioni di Salerno e Caserta e di mantenere dal primo ottobre le sedici pagine della foliazione estiva invece di tornare alle consuete ventiquattro. Un secondo giorno di sciopero è stato proclamato il giorno


Gianluca Abate e Domenico Errico (*)

successivo quando l’amministratore sembrava orientato a non tornare indietro, poi la decisione “di riprendere le pubblicazioni – come è scritto in un comunicato dell’assemblea pubblicato sul Cormezz del 13 settembre – dopo avere preso atto della sospensione da parte dell’azienda del provvedimento annunciato e dell’apertura del tavolo di trattativa richiesto dai giornalisti”.
Errico ha anche fatto sapere che “sta lavorando a un piano di rilancio del quotidiano cartaceo e on line che si articola in vari punti e che sarà presentato alla redazione in tempi brevi”. “Preso atto di tutto ciò, - questa la conclusione del comunicato – l’assemblea dei redattori rimane in stato di agitazione e conferma il pacchetto di scioperi consegnato al comitato di redazione”.
Tutto fermo quindi in attesa del ‘piano di rilancio’. Una situazione che, in scala molto ridotta, richiama la crisi che sta vivendo il Corriere della sera con i sindacati dei giornalisti e dei poligrafici che reclamano piani di investimenti e il management che si limita a proporre tagli e dismissioni, come la vendita della sede storica di via Solferino che dall’inizio del secolo scorso ospita il Corsera, per coprire buchi degli altri rami della Rcs MediaGroup. E il braccio di ferro


Giorgio Fiore e Marco Demarco

ha già portato a un primo giorno di sciopero dei giornalisti che ha impedito l’uscita del giornale, e ovviamente di tutte le edizioni locali, sabato 14 settembre.
Ma torniamo a Napoli dove le novità sono annunciate per ottobre. Dovrebbe arrivare finalmente il via libera per lo stato di crisi che consentirà di prepensionare a Bari Maddalena Tulanti, che è da anni il direttore di fatto dell’edizione pugliese, e il capo servizio Luigi Quaranta, aprendo quindi il problema del nuovo vertice del Cormezz adriatico.
Ed entro ottobre Domenico Errico ha assicurato al comitato di redazione (Paolo

Cuozzo, Natascia Festa e Vanni Fondi) che sarà pronto il piano di rilancio, fermo restando il ridimensionamento delle edizioni di Salerno, affidata a Gabriele Bojano, che da tre scenderà a due pagine, e di Caserta, curata da Patrizio Mannu dalla redazione di Napoli, che da due si ridurrà a una sola pagina; in Puglia il taglio toccherà all’edizione di Lecce. La riduzione della foliazione viene motivata con ragioni tecniche: con la chiusura della tipografia di Roma, la stampa verrà concentrata a Modugno, vicino Bari, e la rotativa pugliese impone un tetto alle pagine da stampare. Ma un ‘piano editoriale’ può essere dettato dalla rotativa?
In ogni caso il nodo di Napoli, e dell’intero Corriere del Mezzogiorno, è un altro: il direttore Marco Demarco, che, come è noto, il 12 novembre compie cinquantotto anni ed è prepensionabile. Inutile elencare i meriti e le qualità di Demarco, che ha fatto nascere, con Paolo Mieli e con Giorgio Fiore, il giornale nell’ormai lontanissimo giugno 1997, e lo ha fatto crescere negli anni. L’impressione è che da tempo abbia esaurito ‘la spinta propulsiva’, tant’è che sta discutendo con l’azienda le condizioni per l’uscita, ma la trattativa va per le lunghe. Intanto il giornale è ripiegato su se stesso e si presenta al lettore ricco di editoriali e di opinioni e non altrettanto ricco di notizie. È allora di tutta

evidenza che il Cormezz ha bisogno di una scossa forte per ripartire. E anche in questo caso nasce una domanda: ha senso logico discutere e definire il piano editoriale con l’attuale direttore e poi affidarne la realizzazione al nuovo allenatore?  
Chiudiamo con alcuni


Gabriele Bojano e Paolo Cuozzo

movimenti in redazione. Con settembre ha terminato il distacco a Roma ed è rientrato a vico San Nicola alla Dogana Gianluca Abate destinato alla cucina del Primo piano e alla scrittura di servizi e interviste. Dal primo agosto è stata assunta con un contratto a termine di cinque mesi e assegnata alla redazione del web Paola Cacace, già collaboratrice saltuaria di cronaca e cultura. Lo scavalcamento di precari storici ha creato qualche malumore e dall’azienda hanno fatto sapere di avere soltanto accettato il nome voluto da Demarco che ha rivendicato le prerogative del direttore in materia di assunzioni.


(*) Da hrcommunityacademy.it