Tgr, Casarin è in bilico
sul nuovo piano editoriale

C’È GRANDE ATTESA nelle redazioni della Testata giornalistica regionale (Tgr) per l’esito del voto sul nuovo piano editoriale presentato il 13 gennaio da Alessandro Casarin, confermato direttore nel novembre scorso dal cda della Rai su proposta dell’amministratore Carlo Fuortes.
I poco meno di ottocento redattori della Tgr hanno votato da venerdì 14 a lunedì 17 gennaio e i risultati sono previsti dopo cinque o sei giorni.
Molto preoccupato per l'esito della consultazione è Casarin, direttore della Tgr dal febbraio 2012 al settembre 2013 e ora in carica dall’ottobre 2018. Una preoccupazione che si deduce anche dalle nove pagine del

piano redatte con una scrittura poco curata con errori (cita, tra l’altro, le “misure governative a difesa della Pandemia”), e ripetizioni senza contare una serie di passaggi significativi.

Carlo Fuortes e Daniele Macheda

Vediamone un paio. “Il piano del 2018 venne approvato dall’80 per cento dei giornalisti delle 24 redazioni regionali”: c’è nostalgia nelle sue parole ma non c’è memoria perché tre anni fa aveva a fianco il segretario dell’Usigrai Antonio Di Trapani, questa volta si è presentato da solo mentre il nuovo segretario dell’Usigrai, Daniele Macheda, in carica dallo scorso novembre, è impegnato in uno scontro frontale con l’amministratore delegato per il taglio della terza edizione del tg regionale. Uno scontro che coinvolge lo stesso Casarin il quale nel piano editoriale scrive “da più parti vengo accusato di debolezza nei confronti dell’amministratore delegato e del consiglio d’amministrazione”. E si difende ricordando la legge sulla stampa e il contratto di lavoro: “l’editore indica e il direttore applica”. Invece l’acquiescenza ai tagli dell’azienda viene da molti letta come una difesa della sua poltrona così come le scelte operate per il vertice della Tgr con la conferma a una delle due condirezioni di Roberto Pacchetti, fedelissimo di Salvini, perpetuando così l’anomalia di una testata che ha il direttore, Casarin, considerato in quota Lega così come il condirettore.
Lasciare al proprio posto i condirettori e i cinque vice direttori, con l’eccezione di Nicola Rao dal 27 dicembre trasferito al Tg1 con la qualifica di vice direttore, stoppa per ora le speranze di Antonello Perillo che dopo oltre otto anni alla guida della redazione napoletana deve traslocare. Come è noto, nella stessa situazione di Perillo c’è Oreste Lo Pomo che dal febbraio 2010 occupa la poltrona di redattore capo a Potenza. Dall’ad e dal direttore della Tgr sono state offerte ai due varie

Letizia Cafiero e Antonello Perillo

soluzioni; tra queste la guida di Torino per Perillo e quella di Napoli per Lo Pomo ma tutte sono state rifiutate.
Nel mese di dicembre il no di Perillo a trasferirsi in Piemonte ha consentito la

nomina al vertice della redazione torinese di Francesco Marino, dal 2019 capo redattore vicario. Natali cosentini, a Belvedere Marittima, formazione in Campania, cinquantaquattro ad aprile, in Rai dal 1992 e professionista dal 1995, Marino si è insediato il 4 gennaio.
Chiudiamo con Perillo che, forte di assicurazioni fatte da vertici romani, a via Marconi si mostra ottimista sulla possibilità che alla fine una vice direzione gli verrà assegnata. Intanto con la qualifica di inviato conquistata dal cdr Rino Genovese si è liberato un posto di capo servizio che, con decorrenza 3 gennaio, è stato assegnato a Letizia Cafiero.