Tgr, dove andranno
Lo Pomo e Perillo?

NELLE VENTI SEDI regionali della Rai ci sono due ‘giapponesi’ decisi a non mollare la poltrona di capo della redazione. Sono Oreste Lo Pomo potentino, sessantadue anni, professionista dal 1989, che guida il team giornalistico della Basilicata dal febbraio 2010, e Antonello Perillo, napoletano, sessanta anni, professionista dal 1988, capo dei redattori di via Marconi dal febbraio 2013. 
Le linee guida per le norme anticorruzione, approvate dalla Rai nel luglio 2019, prevedono per i dirigenti e per i responsabili delle redazioni regionali un tetto di permanenza nell’incarico che non può superare gli

otto anni. E Lo Pomo e Perillo hanno già sfondato il tetto.
Per scuotere i ‘giapponesi’ nel mese di settembre l’amministratore delegato di viale Mazzini Carlo Fuortes, dopo avere consultato il direttore della Tgr

Alessandro Casarin e Carlo Fuortes

Alessandro Casarin, ha fatto partire due lettere elencando tre soluzioni. Si può ipotizzare che a Perillo siano state offerte la sede di Torino che è vacante, la guida di una rubrica nazionale come ‘Mezzogiorno Italia’, o la messa a disposizione del direttore, che vorrebbe dire lavorare molto poco. Per Lo Pomo la sede di Napoli o le alternative offerte a Perillo. Fuortes ha dato come termine per una risposta il 27 ottobre che ovviamente è saltato. Quindi nuova scadenza al 27 novembre. Negli anni passati una soluzione era, nel caso di Napoli, la direzione del centro ma da tempo questo incarico non viene più assegnato a giornalisti. Ora bisogna attendere di sapere se le scelte sono arrivate.
Sono convinto – commenta un conoscitore profondo del mondo Rai – che i due resisteranno a oltranza per ragioni professionali e familiari (le mogli, entrambe ‘decisioniste’, non vogliono cambiare città). Perillo aspira all’incarico che attualmente ricopre Carlo De Blasio, vice direttore con sede Napoli e con il coordinamento delle sedi del Sud peninsulare. Una soluzione che presuppone il rimescolamento delle vice direzioni. Lo Pomo non è entusiasta del trasferimento a Napoli, una sede impegnativa e faticosa, molto diversa dalla tranquilla routine di Potenza, e nelle stanze di Fuorigrotta sarebbe un corpo estraneo”.
In ogni caso la palla passa a Fuortes e Casarin. “Se a Roma – continua il nostro esperto – ci fosse qualcuno davvero interessato a far funzionare al meglio la redazione partenopea bisognerebbe spedire un giornalista bravo e tosto in grado di riorganizzare la redazione spazzando via pigrizie e cattive abitudini incrostate e di rimettere ordine sul versante amministrativo che viene da anni di gestioni poco attente”.

Gianfranco Coppola e Guido Pocobelli Ragosta

Mentre Lo Pomo e Perillo riflettono a Napoli c’è chi lavora per una soluzione diversa. I due più attivi sono Gianfranco Coppola e Guido Pocobelli Ragosta. Il primo è vicario dal dicembre 2019 e non vorrebbe, come è già successo otto

anni fa a Procolo Mirabella, vedersi scavalcato se dovesse passare una soluzione interna. Pocobelli sta costruendo una rapida progressione per farsi trovare pronto per eventuali, clamorosi balzi in avanti. Con il pensionamento di Carlo De Cesare nel novembre 2019 conquista la segreteria di redazione; ad aprile scorso lascia la redazione Sandro Compagnone, liberando i gradi di vice redattore capo che vengono assegnati a Pocobelli; a giugno è eletto presidente dell’Unione stampa cattolica campana. Non a caso è il 'microfono' della curia partenopea e del cardinale Crescenzio Sepe prima e poi del suo successore, don Mimmo Battaglia. Nella corsa Rai il suo principale sponsor presso ambienti della Chiesa sarebbe l’ex capo della redazione napoletana Massimo Milone, direttore di Rai Vaticano.