Il colosso di Rodi

Ok, è stato sdoganato ufficialmente. E finalmente finanche l'ex editore del Roma dei periodi di chiaroscuro, l'ex deputato Italo Bocchino, può essere citato e ricordato con simpatia senza dover ricorrere alle perifrasi. L'Italia è un po' più libera e la stampa meno prigioniera di lacciuoli. Tutto grazie a Alessandro Barbano, direttore del Mattino, e alla giovane e fresca sfrontatezza della sua redazione web, guidata dal tandem effervescente Alessio Fanuzzi e Maria Pirro (vice), che proprio di recente ha abbattuto l'ultimo diaframma di perbenismo bacchettone che aleggiava sulla nostra informazione pubblicando il sei ottobre la foto di una coppia di sposi impegnati in un ‘rapporto improprio’ tra le siepi. E sfogliando le pagine web del Chiatamone da qualche settimana sembra quasi di percepire un odor di cipria a buon mercato e di lavanda Cannavale, resa immortale dal film di Vittorio De Sica e Lea Padovani (donna Violante).
Il 13 ottobre gli apostoli della nuova frontiera del web 4.0 si sono ripetuti. La location è diversa, la sostanza la stessa. Stavolta la foto ritrae due sposini di Birmingham nell' isola di Rodi, sulla spiaggia sovrastata dalla basilica di san Paolo, impegnati a emulare la scena che creò tanti grattacapi a Bill Clinton. Lui è nella posa del colosso di Rodi con le mutande abbassate e ancora con gli infradito (perché quando scappa, scappa) lei potrebbe dare dei punti a Monica Lewinsky. Insomma, la classica foto da mettere sul camino e da far ammirare con orgoglio un giorno ai figli. Entusiasmo tra gli amici della coppia, un po' meno tra i genitori. Incazzati come mufloni in calore le autorità locali e il vescovo di Rodi, che hanno deciso di non concedere più autorizzazioni ai matrimoni stranieri nell'isola: È mancanza di rispetto per la religione. L'avessero fatto davanti ad una moschea, i musulmani li avrebbero decapitati, hanno detto.
Forse per Carly, la sposina, questo sarebbe stato il destino. Per Matthew, il colosso di Rodi, chissà. Ma non avremmo voluto essere nelle sue mutande.

Hans Schnier

 
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