La giustizia a orologeria

Un sobbalzo. E il nostro pensiero debole è andato subito al garbato Niccolò Ghedini, avvocato-deputato-ministro ombra del governo di Silvio Berlusconi ed enunciatore principe della teoria della giustizia a orologeria: quella che scatta puntuale all’approssimarsi di una competizione elettorale. Quella stessa giustizia banale e prevedibile che aveva enunciato il teorema Nicola Cosentino nato a Casal di Principe e quindi camorrista, soltanto perché il sottosegretario all’Economia è conosciuto al bar del paese come Nick ‘o mericano.
Siamo sobbalzati alla lettura del Mattino del 15 gennaio. Un articolo a due colonne informava Carceri sovraffollate / Cesaro visita Poggioreale. Ecco scattare l’orologeria, abbiamo pensato: nel mirino delle toghe rosse stavolta finisce il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro detto Giggino. C’è accanimento, abbiamo pensato, perché un quarto di secolo fa un collegio del tribunale di Napoli (presidente D’Ottavio, estensore Casoria) aveva condannato Cesaro a cinque anni di reclusione per favoreggiamento pluriaggravato, sentenza poi azzerata dall’assoluzione decisa dalla Corte d’appello, assoluzione resa definitiva dalla Cassazione.
La serenità è tornata leggendo il resoconto anonimo: Cesaro era sì a Poggioreale, ma per un tour conoscitivo delle condizioni di vita in carcere. Ha parlato con le guardie, con il direttore Cosimo Giordano. E poi è uscito. L’indomani è andato anche nel penitenziario di Secondigliano, guidato da Libero Guerriero, per rendersi conto di come si vive lì, di come sono trattati i detenuti. Forse ha chiesto anche del menù. E ha visitato nel pomeriggio, per sicurezza, anche il minorile di Nisida, diretto da Gianluca Guida. La sera, infine, è tornato a casa, nella natia e rassicurante Sant’Antimo. E nei club Giggino for president hanno tirato un sospiro di sollievo.

Masino Pavese

 

Luigi Cesaro

Teresa Casoria
Cosimo Giordano
Gianluca Guida