Tgr, è fallito l’agguato
al nuovo redattore capo

UN GRUPPO DI graduati della sede Rai di Fuorigrotta ha deciso di dare un segnale forte al redattore capo Oreste Lo Pomo, che si è insediato il 14 marzo, lavorando per una clamorosa bocciatura del suo piano editoriale ma l’agguato è fallito.
Nel pomeriggio del 18 maggio la commissione elettorale, formata da Massimo Calenda, Alessandro Di Liegro, Antonio Forni e Guido Pocobelli Ragosta, ha comunicato l’esito del voto: su 43 aventi diritto tre non sono andati alle urne, otto hanno presentato scheda bianca, sedici

hanno votato ‘no’ ma sedici hanno detto ‘sì’.
Nel piano Lo Pomo spende parole molto ‘generose' nei confronti dei redattori che ha appena conosciuto; scrive, ad esempio, che la realtà della

Carlo Fontana e Roberto Pacchetti

Campania è una realtà complessa e questa complessità va documentata in toto ma con il rigore e il senso di responsabilità cogliendone tutti gli aspetti. E senza piaggeria devo dire di aver trovato una redazione attrezzata per questo compito, consapevole di questo ruolo e nella quale vi è un giusto mix tra esperienza consolidata, freschezza e competenza giovanile”. Allora perché l’agguato? La risposta è semplice e piccola: se il nuovo capo è spedito fuori da Napoli e per sostituirlo viene scelto uno della redazione ci sarà, a scalare, bottino per tutti.
“Esecrata fame di oro”, avrebbe detto Virgilio, e di potere. Eppure il livello retributivo dei redattori Rai è piuttosto alto e continua a crescere. È recente l’accordo siglato con l’azienda dall’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai guidato da Daniele Macheda, che prevede i gradi e lo stipendio da vice redattore capo per tutti gli inviati con almeno sei anni di anzianità. E lievita anche la pattuglia dei capi servizio alla quale si è aggiunto Luigi Carbone che dovrà occuparsi del web, mentre una nuova promozione a capo servizio è annunciata per settembre.
Intanto sono operative dall’undici maggio le deleghe assegnate dal direttore della Tgr, la Testata giornalistica regionale, Alessandro

Carlo De Blasio e Daniele Macheda

Casarin ai due condirettori (Carlo Fontana e Roberto Pacchetti) e ai cinque vice (Carlo De Blasio, Roberto Gueli, Ines Maggiolini, Antonello Perillo e Guido Torlai).
La paginetta di

Casarin andrebbe letta con attenzione perché ci sono diverse chicche: uno dei condirettori è addirittura “membro del Comitato di Direzione per i rapporti con il Coordinamento dei CdR” (le maiuscole sono tutte del direttore), mentre uno dei vice direttori deve vigilare soltanto su Aosta, che deve essere un centro di rilevanza strategica finora sottovalutato. Torniamo alla ripartizione territoriale. La supervisione sulle redazioni di Napoli, Bari e Palermo è affidata a Roberto Gueli che negli uffici di via Marconi ha affiancato Lo Pomo nel giorno della presentazione del piano editoriale, mentre Antonello Perillo segue le sedi di Campobasso, Cosenza, Perugia e Potenza.