Ha sortito diversi effetti il pezzo pubblicato su Iustitia la scorsa settimana dal titolo “Fake news”.
Il più singolare – e forse inaspettato – è quello di Gennaro (Rino) Romano, presidente della associazione ‘Pan Assoverdi Salvanatura’, che aveva chiesto ai fratelli Valentino, titolari del ‘Premio Ischia di giornalismo’ di ritirare il riconoscimento conferito all’ex inviato di guerra del Tg5 Toni Capuozzo dopo le dichiarazioni fatte sui morti trovati in strada a Bucha, in Ucraina.
In un comunicato stampa pubblicato dal quotidiano Il Golfo il 15 aprile Romano prende le distanze dalla nota di Iustitia e fa un panegirico del Premio Ischia, dei fratelli Valentino e di tutto lo scibile umano.
“Prendiamo le distanze dai caustici attacchi ai danni di persone di specchiata serietà e rettitudine” afferma il presidente della ‘Pan Assoverdi Salvanatura’ rivolgendosi ai fratelli Elio e Benedetto Valentino, aggiungendo “rispetto per l’evento giornalistico (il Premio Ischia, ndr)”.
Ora, comprendiamo che Gennaro Romano non sia abituato agli onori della cronaca e sia rimasto vittima di un provincialismo esasperato ma vogliamo ricordare che l’articolo di Iustitia non ha inteso mettere in discussione la “serietà e rettitudine” dei fratelli Valentino ma ha soltanto evidenziato che i Valentino non conoscono una regola fondamentale del giornalismo: la differenza tra una notizia “sgradita” e una “fake news”.
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