Bocchino è pronto
a vendere il Roma

IL PATRON del Roma Italo Bocchino si prepara a vendere il suo giornale e sia in redazione che tra gli addetti ai lavori si indica come favorito per l’acquisto l’imprenditore Alfredo Romeo. Iustitia l’ha interpellato ricevendo una risposta cortese e perentoria. “La notizia di un mio interesse all’acquisto del Roma – dichiara Romeo – è assolutamente falsa. Conosco Bocchino da

molti anni; è un rapporto che non nego, ma non sono interessato a comprare giornali. In questo paese e in questo momento storico l’editoria è un settore da cui stare alla larga. Il nostro campo d’azione sono il real estate (settore immobiliare, ndr) e gli investimenti collegati


Nicola Ferro, Salvatore Santoro e Ivo Virgili

al real estate”. Data la non notizia, facciamo ora qualche passo indietro.
In attesa dello show down sul governo fissato per il 14 dicembre con il voto di fiducia alle Camere, Bocchino si sta occupando anche degli affari napoletani e ha da tempo messo al lavoro i suoi uomini per pulire le pendenze del giornale in modo da poterlo vendere. Lo staff del braccio destro di Fini, coordinato dal commercialista Francesco Ruscigno e formato dall’amministratore unico del Roma Salvatore Santoro, dal direttore generale Maurizio Fabozzi e da Ivo Virgili, amministratore del Roma spa (società proprietaria della testata), ha iniziato a chiudere alcuni contenziosi giudiziari che si trascinavano da anni.
Una transazione è stata sottoscritta con l’avvocato casertano Nicola Ferro che ha incassato ventimila euro in tre tranches in cambio della rinunzia all’azione avviata per il sequestro della testata. Prima di Ferro ha ottenuto un risarcimento di sessantamila euro un medico di Terra di lavoro, assistito dall’avvocato Beniamino Salerno. In primo e in secondo grado la magistratura aveva riconosciuto la diffamazione, ma il pagamento è arrivato soltanto alla vigilia dell’udienza camerale davanti al tribunale di Roma che doveva discutere l’istanza di fallimento presentata dall’avvocato Salerno.
Dopo una ricognizione durata un mese e mezzo sono andati via dalla redazione gli uomini della Deloitte, una delle prime imprese italiane nei servizi


Salvatore Caiazza, Maurizio Fabozzi e Claudio Silvestri

alle imprese, che hanno radiografato la situazione del giornale. Sulla valutazione non filtrano notizie e dalla sede centrale della Deloitte non vogliono neanche confermare l’incarico.
Ma a che serve l’audit della Deloitte? La risposta è arrivata dai vertici del

giornale. Quando alcune settimane fa il cdr del Roma (Salvatore Caiazza, Antonella Monaco, Claudio Silvestri) ha chiesto spiegazioni per la presenza di estranei in redazione, Santoro ha detto che l’operazione di verifica sulla salute dell’azienda era stata chiesta da un gruppo interessato all'acquisto del giornale e che si ipotizzava la chiusura della trattativa entro dicembre.
Dicembre sta arrivando, ma il compratore ancora non si vede e i redattori, che da mesi ricevono lo stipendio con diverse settimane di ritardo, sono preoccupati perché il quadro politico nazionale potrebbe diventare incandescente con inevitabili riflessi sul giornale. Accantonati i progetti di espansione del primo semestre 2008, gli amministratori hanno varato una serie di tagli e ridimensionamenti, riuscendo così a contenere le perdite: il rosso del 2008 è stato di 323mila euro; il deficit del 2009 di 354mila euro. Una perdita che il 23 luglio scorso l’assemblea dei soci della cooperativa (ne fanno parte Salvatore Santoro, il direttore Antonio Sasso, la moglie di Bocchino Gabriella Buontempo, l’impiegata del Roma Giuseppina Scolavino, lo stampatore Augusto Celetti e Antonio Schiavone, sposato con Patrizia Bocchino, sorella dell’editore) ha deciso di “azzerare mediante il versamento delle quote sociali, da effettuarsi entro e non oltre il 31 dicembre 2010”.

Il nodo però rimane il finanziamento pubblico di due milioni 530mila euro all’anno, senza il quale la barca affonda. Ma anche slittamenti ‘scientifici’ nell’erogazione possono creare danni gravi come è successo con il contributo relativo al 2008 arrivato con un anno di ritardo,


Gabriella Buontempo, Augusto Celetti e Antonio Sasso

con il risultato che le banche non sono più disposte ad anticipazioni al buio.
Il prossimo appuntamento è previsto per metà dicembre quando dovrebbe sbloccarsi il pagamento del contributo per il 2009. Soltanto allora il quadro sarà più chiaro e forse un eventuale compratore potrà palesarsi.