Mattino, prove di dialogo
De Magistris-Caltagirone

IL 18 OTTOBRE viene organizzato sotto i portici che stanno di fronte all’ingresso del Mattino un sit in di protesta e di solidarietà contro il 'licenziamento' di quattro amministrativi che da oltre un quarto di secolo lavorano a via Chiatamone: Sissi Contessa, Annalisa Romano, Liliana Scarpato, Antonio Verde. I modi della ‘esecuzione’ sono i soliti degli uomini di Caltagirone: il 10 ottobre scatta il divieto di ingresso al lavoro; poi c'è l'accompagnamento dal responsabile del personale Giovanni Santorelli,

assistito dal capo della contabilità Marco Cocchiaro; infine la consegna della lettera di annuncio del licenziamento. In questo caso alla notizia Liliana Scarpato si sente male ed è necessario trasportarla all’ospedale Fatebenefratelli in ambulanza, ma nessuno dell’azienda l’accompagna, né ritiene necessario avvertire il marito, per il timore, probabilmente, delle sue reazioni.
Torniamo al sit in. A testimoniare la solidarietà c’erano occupati e licenziati

Enrico Panini

della Fiat, disoccupati di Bagnoli e diversi cittadini. Non c’erano invece rappresentanti dei sindacati aziendali e territoriali degli amministrativi del Mattino; del resto non c’è da meravigliarsene dal momento che la Campania ha il primato di tre confederazioni sindacali su tre commissariate.
Chi invece coglie la gravità del provvedimento è il sindaco di Napoli Luigi De Magistris che il 10 ottobre, sulla sua pagina Facebook, prende una posizione netta: “il licenziamento di quattro lavoratori è una brutta notizia per la città”; “l’editore apra un confronto per il reintegro dei quattro licenziati”; “il lavoro è strumento di dignità e non mera variabile di bilancio”. E il 18 ottobre, nel giorno del sit in, Enrico Panini, assessore al Lavoro e alle crisi del comune di Napoli, incontra a palazzo San Giacomo tre dei licenziati, Contessa, Scarpato e Verde. Assicura che il sindaco è deciso ad impegnarsi sulla vicenda e a cercare forme di dialogo diretto con Caltagirone.

Luigi De Magistris

Traduzione: all’editore potremmo scrivere o chiedere un incontro. E un incontro certamente servirebbe perché è da tempo delineata con chiarezza la traiettoria che porterà il Mattino a essere un foglio sempre più leggero e locale (a marzo prossimo con il terzo stato di crisi dovrebbe andare via altri diciannove redattori), destinato ad occuparsi esclusivamente della cronaca cittadina e regionale, magari con un futuro da inserto

campano del Messaggero, mentre diventa sempre più probabile la vendita (o la chiusura) del centro stampa di Caivano-Pascarola da anni abbandonato a se stesso, senza investimenti e senza commesse (stampa soltanto il Mattino).
Torniamo ai licenziati per i quali sono previsti nei prossimi giorni due appuntamenti. Lunedì 24 ottobre alle 15 è fissato a Roma nella sede del Messaggero un incontro dei dirigenti dell’azienda con i sindacati nazionali del commercio per discutere dei licenziamenti napoletani e delle prospettive delle sedi di Servizi Italia di Venezia (Gazzettino), Roma e Napoli.
Il 4 novembre si svolgerà invece un rito del tutto inutile, ma obbligatorio,  introdotto dalla legge Fornero. Alla direzione di Napoli del ministero del Lavoro si incontreranno le parti per un tentativo di conciliazione dall’esito già noto. Subito dopo l’azienda farà partire le lettere di licenziamento.