Fuori 4 amministrativi
e due arrivi in redazione

A DISTANZA DI poco più di nove mesi la scena si è ripetuta identica. Come già accaduto il primo gennaio, alle 9 di mattina del 10 ottobre tre amministrativi del Mattino si accingono a iniziare la loro giornata di lavoro ma vengono stoppati in portineria, poi un usciere li accompagna al quarto piano all’ufficio del personale dove ricevono la lettera di licenziamento; una delle amministrative, Liliana Scarpato, si sente male e viene trasportata in ospedale in ambulanza. La stessa lettera viene consegnata anche a un quarto

amministrativo. A gennaio i licenziati erano Ciro Anatella, Leopoldo Centore e Maurizio Di Bianco; questa volta sono Sissi Contessa, Annalisa Romano, Liliana Scarpato e Antonio Verde.
Nell’aprile scorso il gruppo Caltagirone cede a una sua controllata, la Servizi Italia 2015, i poligrafici con compiti amministrativi di Messaggero, Mattino e Gazzettino e applica loro il contratto del commercio. Un’operazione che ha reso

Maurizio Di Bianco

ancora più deboli le difese sindacali dei lavoratori già messe in ginocchio dalle norme in materia di lavoro approvate negli ultimi anni. Quindi c'è oggi un senso di impotenza che si coglie nella reazione in pratica inesistente alla cancellazione di altri quattro dipendenti: qualche comunicato e neanche troppo convinto.
L’ultimo presidio rimasto è la magistratura per ottenere non un’improbabile riassunzione, ma la migliore buonuscita possibile. Il 21 settembre Anatella, Centore e Di Bianco hanno sottoscritto davanti al giudice del lavoro un accordo esclusivamente monetario. Ora toccherà ad altri quattro senza lavoro. “Gli ultimi licenziamenti – sottolinea uno dei sindacalisti dei poligrafici – confermano che la cessione del ramo d’azienda alla Servizi Italia 2015 serviva, tra l’altro, a velocizzare i tagli. Ora i lavoratori impugneranno i licenziamenti, ma impugneranno anche il trasferimento del ramo d’azienda perché penso che i superdirigenti di Caltagirone abbiano commesso un autogol anticipando troppo le operazioni di espulsione”.

Marisa La Penna

Passiamo alla redazione che per i licenziamenti degli amministrativi si è riunita in assemblea conclusa con un documento che “condanna fermamente, nella forma e nella sostanza, la procedura di licenziamento adottata da Servizi Italia 2015 e invita la stessa a riconsiderare il provvedimento verificando tutte le strade possibili per la salvaguardia dei posti di lavoro, anche attraverso una ricollocazione dei quattro dipendenti

all'interno delle aziende del gruppo”. È di sicuro una dichiarazione di buona volontà, ma che, conoscendo la sensibilità dei dirigenti del gruppo, ha possibilità di accoglimento zero. 
Intanto il direttore Alessandro Barbano ha ufficializzato l’assunzione di due under trenta con contratto di sei mesi per il Mattino on line, settore guidato da Alessio Fanuzzi: sono Paola Adragna, ventinove anni a dicembre, professionista da quattro anni, collaboratrice della cronaca di Roma di  Repubblica, e Bruno Majorano, ventotto anni, professionista da tre anni, che ha già fatto delle sostituzioni a via Chiatamone.
Con gli arrivi sono state annunciate con un ordine di servizio le rotazioni, operative dal 17 ottobre, e l’abolizione dei coordinamenti delle cronache e di Internet. Il coordinatore cronache Aldo Balestra va all’ufficio del redattore capo centrale al posto di Gino Giaculli trasferito all’Area globale, settore nel quale approda dalla cronaca Francesco Romanetti. Passano alla redazione on line Alessandra Chello, Marisa La Penna e Maria Pirro, mentre sbarcano in cronaca Cristiano Tarsia, Donatella Trotta e Francesco Vastarella che lascia la guida della Grande Napoli a Marilicia Salvia.

Resta da segnalare una singolare presa di posizione della componente del cdr Marisa La Penna che con una lettera all’assemblea ha ufficializzato la sua mancata firma per i due nuovi assunti con motivazioni sorprendenti. Parte da lontano la giornalista, dalla crisi di bilancio dell’Inpgi, per arrivare alla motivazione della sua scelta: “ritengo sia nostro interesse, in caso di vuoti in organico, diminuire il peso della ‘solidarietà’ (per

Luigi Roano

la quale ogni redattore non lavora 2,33 giorni al mese, ndr)”.  
La sindacalista, commenta uno degli anziani del giornale “chiede in sostanza di non fare assunzioni pur di riavere in busta paga qualche decina di euro che ogni redattore perde con la ‘solidarietà’, godendo però di due giorni liberi al mese. In ogni caso si tratta di una posizione nuova perché un mese fa, quando ci sono stati il contratto a tempo indeterminato a Maria Pirro e il rinnovo del contratto a termine a Marilù Musto, non ha manifestato obiezioni”.
A Marisa La Penna hanno replicato con durezza gli altri del cdr, Gerardo Ausiello, Luigi Roano e, per le redazioni distaccate, Petronilla Carillo