Cara Iustitia,
se fossi il direttore di un giornale non pubblicherei sullo stesso libro, a breve distanza, più di una recensione a meno che, il volume in questione, non diventasse protagonista di un dibattito.
Da attento e fedele lettore del Mattino ho notato che sul libro I napoletani di Generoso Picone sono state pubblicate con una cadenza da primato le seguenti recensioni: 'I napoletani' e le loro sconfitte, di Pietro Gargano (29 giugno 2005), piazzato in prima con un brano del libro di Picone nella pagina della cultura; Narrare Napoli città-domanda in piena crisi di Silvio Perrella (14 luglio); Il Sud oltre il silenzio della ragione di Giuseppe Montesano (20 luglio); Quel ragazzo Prunas e la straordinaria avventura di «Sud» di Felice Piemontese (10 agosto); I napoletani tra eroi infelici e destini falliti di Fabrizio Coscia (15
settembre).
Tralascio i richiami in Girocittà, ma segnalo due box (14 luglio e 14 settembre) che completano l’infinito spot sui Napoletani.
Nell’intervento sul libro a firma di Silvio Perrella, a fine pezzo, un refuso sbarazzino ha trasformato Picone in Picome.
Nella lunga storia del Mattino, raramente si è vista una così gioiosa macchina marchettara nei confronti di un collega che, Picome leggo nella breve biografia del libro, è un giornalista del Mattino stesso.
Insomma, non riesco a capire se il direttore Mario Morfeo, pardon Orfeo, sia stato tramortito dal sonno mentre spulciava le pagine di cultura o abbia simulato un dormiveglia facendo passare l’eccessiva e generosa presenza di Generoso e dei Generosi.
Picome è possibile?
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