Sezione del tribunale
diffamata dal Mattino

LA CONFERMA ARRIVA dalla magistratura: era una bufala la notizia della restituzione al boss Luigi Vollaro della villa di trenta stanze a San Sebastiano al Vesuvio pubblicata dal Mattino nel gennaio 2007. Ed era una bufala diffamatoria. Il giudice Anna Mauro della prima sezione civile del tribunale di Roma ha infatti condannato il quotidiano di via Chiatamone a risarcire con sessantamila euro i magistrati diffamati.
Nel dettaglio la sentenza, depositata il 27 ottobre, stabilisce che “per il danno morale” l’autrice dell’inchiesta Amalia De Simone, l’allora direttore Mario

Orfeo, ora al vertice del Tg2, e Massimo
Garzilli
, rappresentante legale del Mattino spa, devono in solido risarcire con 50mila euro complessivi i magistrati (Giovanna Ceppaluni, Eugenia Del Balzo, Paola Faillace, Lucia La Posta e Vincenzo


Massimo Garzilli e Mario Orfeo

Lomonte) della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli che hanno citato per diffamazione il quotidiano. Il giudice Mauro ordina la cancellazione degli articoli dall’archivio on line del giornale e la pubblicazione dell’estratto della sentenza sul Corriere della sera e sul Tempo; condanna la De Simone e Orfeo a un ulteriore risarcimento di diecimila euro “a titolo di riparazione pecuniaria” e la giornalista, il direttore e l’editore al pagamento di seimila euro di spese ai legali dei magistrati, Adriano Giuffrè e Achille Janes Carratù (i difensori di Orfeo e Garzilli sono Luciano Tamburro e Francesco Barra Caracciolo e per Amalia De Simone Stefano D’Acunti e Roberto Greco).
Il 4 gennaio 2007, ricorda il giudice, il Mattino dà la notizia su villa Vollaro con articoli perentori sin dalla titolazione: nella prima pagina del dorso cronaca “Il caso / Atto mancato / I beni confiscati tornano al boss”; all’interno “Sequestro dimenticato / la villa tornerà al boss”. Tesi confermata nel testo: “la sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli dopo il sequestro non ha


Vittorio Trupiano e Luigi Vollaro

disposto la confisca… Una distrazione rilevata dal legale di Vollaro, Vittorio Trupiano”.
I magistrati napoletani hanno invece provato che la villa di Vollaro, sequestrata nel 1984 con decisione confermata dalla corte d’appello e dalla Cassazione, era stata

trasferita al “patrimonio indisponibile del comune di San Sebastiano” nel settembre 2004 e consegnata al sindaco nel dicembre dello stesso anno. Quindi, osserva il giudice Mauro, “l’affermazione riportata nell’articolo relativa all’omissione di un importante provvedimento dell’ufficio ha una indubbia valenza diffamatoria attesa la gravità oggettiva di quanto riportato ed è falsa”.
Il giudice mette anche in evidenza la scarsa attenzione prestata alla verifica della notizia, pubblicata nel settore più attrezzato del giornale, la cronaca che aveva nel gennaio 2007 come redattore capo Claudio Scamardella, come capo cronista Giampaolo Longo e come responsabile della Grande Napoli Antonella Laudisi. “I ‘dubbi’ sorti alla giornalista – scrive nella sentenza – a seguito delle richieste di restituzione del bene da parte del difensore del camorrista avrebbero dovuto essere dissipati prima di scrivere un articolo contenente delle certezze del tutto ingiustificate e di esporre alla gogna mediatica dei professionisti che avevano servito puntualmente lo Stato come

era loro dovere”.
Va infine ricordato che la ‘rettifica’ viene messa in pagina dal Mattino a distanza di tre settimane dalla pubblicazione dell’articolo, dopo la richiesta avanzata dal presidente del tribunale di Napoli Carlo Alemi.
Il 26 gennaio 2007 il


Amalia De Simone e Antonella Laudisi

Mattino se la cava con due colonnine a piede pagina non firmate nelle quali si scrive che la precisazione di Alemi sulla effettiva confisca di villa Vollaro arriva “in seguito alla diffusione delle notizie relative alla possibile restituzione del bene alla famiglia del camorrista”, notizie diffuse non si sa bene da chi.