Intera sezione del tribunale
chiede i danni al Mattino

UN PRIMATO DIFFICILE da eguagliare è stato realizzato dalla cronaca del Mattino, guidata da Gianpaolo Longo e supervisionata da Claudio Scamardella: tutti i giudici della sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione del tribunale di Napoli, con l’eccezione del presidente Mario Cozzi, hanno citato in giudizio il Mattino, assistiti dagli avvocati Achille Janes

Carratù e Adriano Giuffrè.
La prima udienza si terrà il 7 novembre alla prima sezione civile del tribunale di Roma, davanti al giudice Anna Mauro, calabrese di Cosenza, quarantotto anni, da sedici in magistratura.
Due i fatti all’origine della


Amalia De Simone e Clemente Mastella

richiesta di risarcimento danni: un’intera pagina sul “sequestro dimenticato” della villa di Luigi Vollaro, arricchita dal richiamo nella prima di cronaca, con notizie ritenute totalmente false e diffamatorie; la scelta arrogante dei vertici del giornale di non pubblicare una rettifica vera.
Ricapitoliamo la vicenda. Il 4 gennaio scorso il quotidiano diretto da Mario Orfeo pubblica in cronaca un servizio firmato dalla collaboratrice Amalia De Simone: titolo: “Sequestro dimenticato / la villa tornerà al boss”; catenaccio: “Il tribunale non chiede la confisca. L’avvocato: sarà restituita a Vollaro”. Completa l’articolo un’intervista al ministro della Giustizia Clemente Mastella: titolo: “Una sconfitta dello Stato, non lo permetterò” e “annuncia provvedimenti immediati”.
La notizia però si rivela infondata: lo scoop del Mattino è una bufala. Bastava sentire qualcuno dei magistrati della sezione per l’applicazione delle misure di


Gianpaolo Longo e Claudio Scamardella

prevenzione: con il presidente Cozzi, i giudici Giovanna Ceppaluni, Eugenia Del Balzo, Paola Faillace,Vincenzo Lomonte e Lucia La Posta. Oppure bastava cercare i vari passaggi giudiziari della vicenda; si

sarebbero trovati il provvedimento del tribunale di Napoli del 21 novembre 2003 (presidente Vincenzo Lomonte, giudici a latere Paola Faillace e Lucia La Posta, relatore e estensore) che rigetta l’istanza di revoca della confisca e condanna Vollaro al pagamento delle spese processuali. O il verbale del 3 dicembre 2004 con il quale il delegato del Demanio (Vincenzo Palma), insieme al responsabile della procedura (Donato Andreozzi), consegna villa Vollaro al sindaco di San Sebastiano al Vesuvio Silvio Carpio. Invece a via Chiatamone, in qualche caso, non si telefona e non si cerca; certo c’è l’inesperienza della collaboratrice, che ha come fonte un’ordinanza del tribunale di sorveglianza di Sassari e l’avvocato Vittorio Trupiano, fresco di nomina da parte di Luigi Vollaro; ma c’è soprattutto il controllo poco rigoroso dei capi della cronaca (Longo è in carica da poco più di un mese), che pur disponendo di redattori con lunga esperienza di giudiziaria (qualche nome:

Gigi Di Fiore, Elio Scribani, Giuseppe Crimaldi), non li utilizzano. Subito dopo la pubblicazione della paginata i giudici tirati in ballo decidono di procedere per vie istituzionali e chiedono l’intervento


Carlo Alemi, Achille Janes Carratù e Luigi Vollaro

del presidente del tribunale Carlo Alemi, che cerca, per alcuni giorni senza successo, i giornalisti del Mattino fin quando gli strateghi della cronaca non decidono di spedire in tribunale la collaboratrice. Una scelta piuttosto sorprendente visto il rilievo dato dal quotidiano alle notizie rivelatesi false. A distanza di ventidue giorni dall’inchiesta sul “sequestro dimenticato” il Mattino pubblica, in una pagina interna di cronaca con taglio basso, due colonnine anonime.
Questo l’incipit della notizia: “La villa del boss Luigi Vollaro è stata confiscata dall’ufficio misure di prevenzione del tribunale di Napoli e consegnata al sindaco di San Sebastiano al Vesuvio. Lo precisa il presidente del tribunale di Napoli Carlo Alemi in seguito alla diffusione delle notizie relative ad una possibile restituzione del bene alla famiglia del camorrista”. Nelle due colonnine nessun accenno a chi ha diffuso la bufala, alle accuse indirizzate ai


Giuseppe Crimaldi, Gigi Di Fiore, Elio Scribani e Vittorio Trupiano

magistrati responsabili della mancata confisca del bene, ai “provvedimenti immediati” annunciati da Mastella. Pochi giorni dopo la pubblicazione dell’articoletto

Alemi dichiara a Iustitia: “La notizia pubblicata in forma anonima dal Mattino non ha assolutamente i requisiti della rettifica chiesta dai giudici della sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione. A questo punto i colleghi potranno assumere tutte le iniziative che riterranno opportune”. E sulle “iniziative” dei magistrati napoletani dovrà ora pronunciarsi il giudice Anna Mauro.