Condanne alle spese
per i fratelli Cosentino

IL 27 MAGGIO l’avvocato Martino Umberto Chiocci ha dato incarico all’ufficiale giudiziario del tribunale di Roma di notificare un atto di precetto a Nicola Cosentino e, dieci giorni dopo la notifica, procederà al pignoramento. La resa dei conti nasce da una citazione presentata nell’ottobre del 2010 da Cosentino, deputato dal 1996 al 2013 e sottosegretario all’Economia del quarto governo Berlusconi dal maggio 2008 al luglio 2010, per due articoli

pubblicati nel settembre 2010 dal Fatto Quotidiano; il primo si intitola ‘Pronto è Nicola Cosentino? Qui parla Gomorra”, il secondo “Sangue e rifiuti, chi sono gli impresentabili al telefono”.
Cosentino, assistito dall’avvocato Antonio

Martino Umberto Chiocci e Marino Maffei

Nardone, cita in giudizio e chiede un risarcimento danni da mezzo milione di euro all’Editoriale Il Fatto spa, al direttore responsabile Antonio Padellaro e agli autori degli articoli, Marco Lillo e Antonio Massari, difesi in giudizio da Oreste Flamminii Minuto (scomparso nell’agosto del 2011) e Chiocci.
Il 10 luglio del 2014 il giudice Riccardo Rosetti della prima sezione civile del tribunale di Roma ha depositato la sentenza con la quale rigetta la domanda di risarcimento e condanna Nicola Cosentino a pagare 6.500 euro di spese legali che finora l’ex parlamentare si è rifiutato di versare sostenendo di attraversare una situazione economica particolarmente difficile. E quindi, dopo dieci mesi, l’avvocato Chiocci ha deciso di procedere all'incasso coatto delle spese.
Passiamo ora dal tribunale di Roma a quello di Napoli. Nel febbraio del 2012 Giovanni Cosentino, tra i fratelli l’uomo azienda come legale rappresentante delle srl Aversana Petroli e IP Service, scatena l’attacco contro il libro ‘Il Casalese’, biografia non autorizzata di Nicola Cosentino, distribuito tre mesi prima in libreria dalla casa editrice ‘Cento Autori’ di Pietro Valente.
La prima mossa è un ricorso con rito d’urgenza ex articolo 700, presentata

Oreste Flamminii Minuto (*) e Antonio Padellaro

dai legali dell’imprenditore Sergio Carlino, Mario De Bellis e Carlo Ciaccia con il quale chiedono alla magistratura di ordinare il sequestro e la distruzione di tutte le copie del volume. Il 13 giugno 2012 il giudice del tribunale di Napoli Luigia Stravino deposita

l'ordinanza con la quale dichiara inammissibile il ricorso e compensa le spese.
La decisione negativa non scoraggia Giovanni Cosentino che un mese dopo presenta con i suoi avvocati una citazione nei confronti della casa editrice Cento Autori, di tre dei nove giornalisti che hanno scritto la biografia dell'ex sottosegretario (Massimiliano Amato, Arnaldo Capezzuto e Peppe Papa) e dell’autore della postfazione, lo storico Giovanni Cerchia, tutti difesi dall'avvocato Marino Maffei.
A novembre c’è la prima udienza davanti al magistrato Antonio Baldassarre che poi passa il testimone a Enrico Ardituro, infine il fascicolo arriva a Fabio Magistro, che il 19 maggio scorso firma la sentenza con la quale rigetta le domande dell’imprenditore e lo condanna a pagare 4.400 euro di spese legali. Nelle ventisei pagine della decisione Magistro esamina con meticolosità e smonta uno per uno i passaggi ritenuti diffamatori dei capitoli scritti da Papa (“Un politico che voleva fare il goleador ”), da Capezzuto (“Tutti gli uomini dell’ex coordinatore”) da Amato (“Affari di famiglia”) e della postfazione di

Cerchia. E conclude che tutti glielementi, complessivamente considerati, inducono pertanto il tribunale a ritenere non fondate le domande attrici (l'attore è Giovanni Cosentino, ndr)”. Non a caso dopo la decisione del giudice Magistro la Cento Autori

Sergio Carlino e Carlo Ciaccia
ha diffuso un comunicato per sottolineare l’importanza del provvedimento e l’avvocato Maffei ha commentato: questa sentenza ha il merito di aver riconosciuto il legittimo esercizio del diritto di cronaca, affermando che i giornalisti autori del 'Casalese' hanno ottemperato ai principi di verità (anche putativa), pertinenza e continenza, richiesti espressamente dalla Corte di cassazione”.


(*) Da www.ilmessaggero.it