Al CorSera filoIsraele
inversione a 180 gradi

DOVEVA TENERSI il 24 giugno l’udienza davanti al tribunale di Milano per giudicare il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana accusato di non avere esercitatoil controllo necessario a impedire che venisse offesa la reputazione di Shawan Jabarin mediante la pubblicazione dell’articolo intitolato: Israele contro Laura Boldrini: “Ha invitato a Montecitorio ong accusate di terrorismo”.
L’udienza è stata rinviata a settembre per consentire alle parti di trovare un accordo, come poi è successo. Con Jabarin difeso dall’avvocato napoletano Nicola Quatrano e il Corriere e Fontana assistiti da

Caterina Malavenda del foro di Lodi l’intesa prevede la pubblicazione di un articolo riparatorio del CorSera, il pagamento di un risarcimento che Jabarin vuole girare alla Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, e, si deve

Luciano Fontana e Nicola Quatrano

presumere, la cancellazione dall’archivio del servizio diffamatorio.
Il 21 giugno sull’edizione online il CorSera ha pubblicato l’articolo con le informazioni corrette su Jabarin che capovolge per intero le notizie messe in rete il 22 dicembre del 2021. Un servizio, quello del 2022, che ha esposto il Corriere a una figuraccia internazionale, ancora più grave se confrontato con il lavoro di inchiesta svolto da altri importanti testate straniere come il Guardian.
C’è infine un appunto da fare ai vertici di via Solferino: in nessun passaggio viene riconosciuto che si è trattato di un clamoroso scivolone del giornale che aveva peggiorato le notizie non vere diffuse dall’ambasciata israeliana in Italia riportate senza alcun controllo con l’accusa a Jabarin di essere un assassino. Per rendere noto l’accordo a metà luglio si terrà una conferenza stampa a Montecitorio.