Provveditorato, il giudice
archivia l'abuso d'ufficio

NON C'È ABUSO d’ufficio: il gip del tribunale di Napoli Lucio Aschettino ha deciso che nei comportamenti dei vertici del provveditorato agli studi partenopeo nei confronti della dipendente Angela Genovese, giornalista professionista, non si configura l’abuso d’ufficio e ha archiviato l’accusa nei confronti del provveditore provinciale Luigi De Filippis, difeso dall’avvocato Arturo Frojo.
Con un’ordinanza di quattro pagine, depositata l’undici dicembre, il gip afferma che “non sono emersi elementi di reato a carico del De Filippis o di

altro dirigente della pubblica amministrazione tali da giustificare l’esercizio dell’azione penale”.
Ma la questione non è chiusa. “Prendiamo atto delle conclusioni del gip, – commenta l’avvocato Cesare Amodio, che assiste Angela Genovese – ma il lavoro della procura affidato a Federico Cafiero De Raho, l’opposizione presentata lo scorso gennaio dalla

Cesare Amodio e Lucio Aschettino

difesa della Genovese, il supplemento di indagini disposto a giugno dallo stesso gip, integrato dalla memoria presentata a ottobre dalla parte lesa, hanno accertato comportamenti gravi da parte dei dirigenti del provveditorato che hanno pesantemente danneggiato l’attività professionale e la progressione in carriera della Genovese, con ripercussioni sulla sua salute comprovate dai certificati sottoscritti dai medici della Asl Napoli 1, certificati che sono agli atti del fascicolo giudiziario”.
Esprime il suo rammarico anche Angela Genovese “Non ho gli strumenti tecnici – dice – per valutare se esistono i presupposti per il rinvio a giudizio dei vertici del provveditorato. So per certo però che abbiamo documentato abusi reiterati e strumentali nei miei confronti e dichiarazioni palesemente non veritiere dei dirigenti in contrasto con la puntuale relazione del Difensore civico della Regione Campania, che è agli atti. E sono determinata ad andare avanti


Federico Cafiero De Raho e Arturo Frojo

per vedere tutelati i miei diritti, a cominciare dal diritto alla salute”.
Due ora le strade che la Genovese appare decisa a imboccare: il ricorso per Cassazione contro l’ordinanza del gip; un nuovo esposto in procura. “Il gip dice: non c’è abuso d’ufficio; - è la tesi della difesa della giornalista – d’accordo. Ma il mobbing, che non è previsto in quanto tale dal

codice penale, si configura in tutta una serie di reati, a cominciare dai maltrattamenti, dalle lesioni, dalle molestie, che siamo convinti potrebbero essere stati commessi dai dirigenti del provveditorato nella lunga e tormentata vicenda professionale di Angela Genovese”.