Metropolis, chiesti 18
contratti di 'solidarietà'

IL PIANO PER evitare l’affondamento del quotidiano di Castellammare di Stabia Metropolis prevedeva il taglio di tredici giornalisti sui venticinque in organico, ma grazie all’accordo siglato il 9 marzo nella sede del sindacato giornalisti a Napoli, a via Cappella Vecchia, sono stati evitati i licenziamenti.
L’intesa stabilisce che diciotto redattori, con l’esclusione del direttore Raffaele Schettino, accedano dal 13 marzo ai contratti di ‘solidarietà’ per dodici mesi con il dimezzamento dell’orario di lavoro e la possibilità di un rinnovo della ‘solidarietà’ per un secondo anno.
All’incontro erano presenti per la cooperativa Citypress, che confeziona il giornale, il presidente del consiglio d’amministrazione Silvio Polito, con il

consulente del lavoro Lorenzo La Duca, i componenti del comitato di redazione Fabio Cosma Colombo, Massimiliano Colombo e Alberto Dortucci e il segretario del sindacato unitario giornalisti campani Claudio Silvestri.
L’accordo è una importante boccata di ossigeno per il quotidiano e un successo per il ‘comandante’ Schettino che, dopo aver cambiato in autunno il consiglio d’amministrazione (ne fanno parte il

Raffaele Schettino

presidente Silvio Polito e i giornalisti Gaetano Angellotti e Schettino) e aver fatto fuori Luigi Capasso che lo dirigeva dal luglio 2014, pilota ormai in solitudine il vascello Metropolis. E il 24 marzo ha voluto festeggiare il tredicesimo anno di vita del quotidiano con una prima speciale: un grande titolo, ‘Voltiamo pagina’, e una sola colonna di testo con il suo editoriale.
Il quotidiano naviga ora in acque tranquille? Al momento la risposta è no, innanzitutto perché i fronti debitori sono diversi e tutti impegnativi. C’è il contenzioso aperto con i giornalisti andati via per il taglio delle redazioni di Napoli e Salerno e quelli ‘espulsi’ perché poco ‘affidabili’, con i quali comunque andrà trovato un accordo. Qualcuno già ha raggiunto un’intesa, come Carmela Scarano, ma l’elenco dei ‘creditori’ è lungo; ne citiamo soltanto alcuni: a parte l’ex direttore Capasso, ci sono Alfredo Boccia, che lavorava a Salerno, Manuela Galletta e Giancarlo Palombi, ex redattori di Napoli, senza contare collaboratori e segretarie.
Il secondo nodo è costituito dalla tipografia. A febbraio si è interrotto il rapporto con l’irpina Rotostampa di Lioni che fa capo a Gerardo Calabrese per passare alla casertana Offset Meridionale di Aldo Boni. Ora bisogna saldare i 60/70mila euro per i due mesi di arretrato non pagati.
Terzo fronte è la raccolta pubblicitaria da tre anni curata dalla società stabiese

Aldo Boni

Sigeta di Biagio Vanacore, con il quale c’è un contrasto forte perché entrambe le parti ritengono di vantare crediti per circa 100mila euro e la Sigeta starebbe preparando azioni giudiziarie.
Per ultimo, ma certamente più importante come peso economico, c’è l’imprenditore Giovanni Lombardi, editore di fatto di Metropolis fino all’ottobre scorso quando ha rilevato insieme al distributore Vito Di Canto il quotidiano di Salerno La Città

dalla Finegil del gruppo L’Espresso. Lombardi, il cui credito nei confronti della cooperativa Citypress è stato più che dimezzato, deve ancora avere oltre mezzo milione di euro e chiede di incassare i suoi soldi, con garanzia avallata da un notaio, al momento dell’erogazione del contributo pubblico previsto in due tranche, a maggio e a dicembre.
Come si vede c’è un orizzonte pieno di nuvoloni, ma Schettino si dichiara sereno. “Con i redattori andati via – dichiara a Iustitiastiamo lavorando per trovare un accordo e lo troveremo. Lo stesso discorso vale per la Rotostampa che era la tipografia utilizzata dalla società di Lombardi Millestampe. Siamo alla ricerca di una nuova concessionaria di pubblicità e intanto puntiamo a trovare una soluzione con la Sigeta. Alla peggio, saranno altri a fare chiarezza. Con Lombardi sono fiducioso: raggiungeremo un’intesa, magari spalmando il debito su due o tre anni”.