... e la risposta del direttore di Iustitia

A volte ci troviamo davanti coincidenze davvero singolari.
Il 9 novembre il gip Silvana Gentile emette una sentenza di non luogo a procedere, perché “il fatto non sussiste” (e sarà interessante leggere le motivazioni del provvedimento), nei confronti del presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania Ermanno Corsi accusato di truffa aggravata. Al centro delle indagini della procura di Napoli il mancato pagamento per un biennio dei contributi previdenziali dell’unico dipendente dell’Ordine, il ragioniere Costantino Trevisan, costato oltre ottomila euro di multa.
Lo stesso giorno, il 9 novembre, parte una lettera, con in calce la firma di Trevisan, indirizzata con raccomandata a Nello Cozzolino, direttore del settimanale Iustitia, e, per conoscenza, a Ermanno Corsi, al vice presidente dell’Ordine campano Domenico Castellano, e via fax a presidente, vice presidente e segretario dell’Ordine nazionale, Lorenzo Del Boca, Domenico Falco e Vittorio Roidi. È la rettifica di una lettera pubblicata da Iustitia da tempo e intitolata: “Trevisan: dal ’78 13 anni di contributi”.
Prima di rispondere nel merito, un paio di notazioni e qualche domanda. Il ragioniere Trevisan scrive la lettera di rettifica a un giornale utilizzando la carta intestata e il timbro rosso dell’Ordine della Campania. E poi: le copie a Del Boca, Falco e Roidi sono state inviate dal fax dell’Ordine? Trevisan ha preso il posto di Corsi al vertice dell’Ordine campano e gli iscritti non sono stati informati? La rettifica ha un ispiratore? L’autore della rettifica non è chi la firma?
Veniamo al merito. Trevisan definisce le affermazioni contenute nella lettera pubblicata da Iustitia “incaute, irresponsabili e denigratorie”, uno sfogo di aggettivi singolare per chi ha vissuto le vicende dell’Ordine campano dal primo giugno ‘78.
Questo il testo “incauto”, “irresponsabile”, “denigratorio”: “A me risulta che, nonostante pagamenti in ritardo e multe, la situazione previdenziale di Trevisan sarebbe del tutto scoperta per il periodo che va dal primo gennaio 1983 al primo giugno 1997”.
Il direttore di Iustitia ha ricevuto la lettera, ha chiesto all’autore di ricontrollare accuratamente e personalmente la notizia; gli è stato confermato che il controllo era stato fatto e, data l’affidabilità di chi ha scritto la mail, l’ha messa in rete.
D’altra parte dagli atti del processo archiviato risulta che alla richiesta indirizzata dal pubblico ministero Ida Frongillo all’Inps per conoscere l’intera posizione contributiva di Trevisan, l’istituto di previdenza ha limitato la risposta agli ultimi cinque anni, per i quali sono stati versati gli importi relativi al biennio scoperto e la multa, senza nulla dire per il periodo precedente.
Intanto sarebbe utile che Trevisan rendesse pubblica la documentazione attestante i contributi versati per il periodo precedente a quello sanato, che è costato per sua unica responsabilità, secondo la versione che ha fornito alla magistratura e confermato nella lettera inviata a Iustitia, oltre ottomila euro di multa.
Intanto sulla questione dei contributi rimangono punti oscuri. Intervistato da Iustitia, nello scorso giugno Trevisan dichiarava: “A luglio devo incassare la liquidazione e dalla mia liquidazione verrà sottratto l’importo della multa”. A luglio non ha incassato la liquidazione, è stato confermato in servizio e non ha cacciato un euro. Ma quando pensa di restituire i soldi? E chi ha pagato la multa? E perché un dipendente che si accolla per intero la responsabilità dei mancati versamenti, e della conseguente multa, e che ha maturato nel luglio 2004 i sessantacinque anni per la pensione, è stato confermato all’Ordine nel luglio 2004 e poi nel luglio 2005, e ha ottenuto nello scorso luglio un rinnovo della consulenza addirittura biennale?

Nello Cozzolino
 
 
Ermanno Corsi
Costantino Trevisan
Domenico Castellano
Lorenzo Del Boca
Domenico Falco
Vittorio Roidi
Ida Frongillo