Mattino, si voterà il 27 e il 28 ottobre

Cara Iustitia,
ho letto con interesse l'apertura che hai dedicato alle vicissitudini del Mattino. Anche se nessuno ha il coraggio di ammetterlo sei diventata da tempo un appuntamento - gradito o sgradito, dipende dai punti di vista - imperdibile per i giornalisti napoletani, e non solo loro.
In questi tempi bui per il sindacato mi piace pensarti come una sorta di ufficio aperto al quale si possono rivolgere domande che altrimenti resterebbero a galleggiare a pelo d'acqua in un oceano senza confini per sempre, fino a fondersi con il plancton marino e a finire divorate dai pesci che ne ingoiano la stessa memoria.
Allora, cara Iustitia, vengo al dunque e alla mia insopprimibile curiosità. Nell'ultimo numero tu hai ben descritto la drammatica assemblea dei giornalisti del Mattino del 16 ottobre scorso, dove si è consumata l'implosione e caduta del cdr, roso alle fondamenta da una serie di dimissioni avvenute in rapidissima successione come il crepitio di una mitraglietta (Gianni Colucci, Bruno Buonanno, Rosaria Capacchione, senza contare Antonio Troise, dimissionario da mesi). Nel frattempo però, nella stessa assemblea - a cdr ancora in piedi - era passata a maggioranza (23 gli astenuti, alè!) una mozione che chiedeva di mettere al voto il "piano" presentato dal direttore Mario Orfeo.
Ebbene, sono passati dieci giorni, ma di convocare quelle votazioni in redazione non si parla proprio, nonostante l'assemblea avesse contestualmente nominato il presidente della commissione elettorale (Enzo Pagliaro). Quest'ultima commissione, oltre al voto sugli spostamenti, avrebbe dovuto contestualmente organizzarne un altro sulla fiducia al cdr (una mozione in questo senso era pure passata a maggioranza in assemblea). Ora, se quest'ultima votazione è andata a fondo insieme allo stesso cdr, mi chiedo: può una commissione elettorale decidere, di fatto, di annullare tacitamente anche il voto sul ‘piano’ del direttore? Quanto tempo ha una commissione per dar corso al mandato di un'assemblea? Può questo mandato essere disatteso?
Cara Iustitia, vorrei che fossi tu a rispondermi, perchè nelle stanze e nei corridoi del Mattino, sguarniti di una minima parvenza di sindacato, tira una bruttissima aria e ormai si ha paura di fare persino una domanda elementare come questa.

Ruben


Abbiamo girato la domanda a Maurizio Cerino, presidente dell’assemblea del 16 ottobre, a cui ha girato la palla Enzo Pagliaro, presidente della commissione elettorale. Questa la sua risposta.


C’è stato un problema oggettivo: la difficoltà di ricorrere a un notaio per il voto della redazione. Il problema è stato risolto da Enzo Pagliaro, presidente del seggio elettorale, ricorrendo alla Associazione napoletana della stampa, che ha messo a disposizione dei giornalisti del Mattino un suo rappresentante per i voti telefonici.
Si voterà nel pomeriggio di lunedì 27 ottobre e per l’intera giornata di martedì 28 sul riassetto redazionale predisposto dal direttore. Per il rinnovo del comitato di redazione non è stata ancora fissata una data.

Maurizio Cerino
 
Gianni Colucci
Bruno Buonanno
Rosaria Capacchione
Antonio Troise
Mario Orfeo
Maurizio Cerino