IL 22 GIUGNO la sezione lavoro della Corte d’appello di Roma (presidente e relatore Paolo Cocchia, consiglieri Maria Gabriella Marrocco e Giovanni Boeri) ha rigettato il ricorso presentato dal Messaggero spa e dalla Servizi Italia 15 srl. Ha anche condannato le due società a pagare oltre diecimila euro di spese legali all’archivista del Messaggero Lorenzo Carresi, difeso dagli avvocati Marco Petrocelli e Fabio Pons, e al Fondo di previdenza per i lavoratori dei quotidiani ‘Fiorenzo Casella’, assistito dall’avvocato Marco Annecchino.
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sentenza il magistrato reintegrava nuovamente Carresi nell’organico del Messaggero e sanciva l’inesistenza di una reale cessione del ramo d'azienda dal quotidiano romano a Servizi Italia 15 realizzata il primo aprile del 2016 dai manager di Caltagirone perché, scrive Cambria, la creazione di Servizi Italia 15 “non configura un trasferimento di ramo d’azienda ma fondamentalmente una cessione di personale appartenente a vari settori senza legami funzionali tra loro e quindi di fatto l’operazione si è concretizzata in un mero cambio di casacca”.
Dopo la decisione dell’Appello i vertici di Servizi Italia 15 che sono il presidente Azzurra Caltagirone, il consigliere delegato Alvise Zanardi e il consigliere Fabrizio Caprara (e lo stesso terzetto è al vertice di Stampa Roma, Stampa Napoli, Stampa Venezia, le altre società costruite dal Gruppo Caltagirone nei primi mesi del 2016) dovranno versare per Carresi i contributi di cinque anni al Fondo Casella che ammontano di sicuro a oltre 150mila euro. E lo stesso discorso varrà anche per gli altri poligrafici e amministrativi che hanno impugnato il trasferimento del 2016 alle società satelliti. |