Raffica di scioperi,
Caltagirone va avanti

IL PRIMO APRILE 2016 rischia di diventare uno spartiacque per i giornali italiani: nascono infatti i primi quotidiani (Messaggero, Mattino e Gazzettino di Venezia) che hanno in organico soltanto giornalisti, mentre tutti i poligrafici vengono ‘deportati’ per “scissione di ramo d’azienda” in società satelliti. La deportazione viaggia in due direzioni. Gli amministrativi dei tre giornali vengono trasferiti a un'unica società costituita il 9 dicembre scorso, la Servizi Italia 15, e non avranno più il contratto poligrafico ma il contratto del

commercio. Gli addetti alla stampa o alla prestampa del Messaggero passano a Stampa Roma 2015, una srl con 10mila euro di capitale che risulta costituita il

Roma, 31 marzo. A piazza San Silvestro i poligrafici del Messaggero

22 marzo 2016 e iscritta il primo aprile, mentre i tipografi del Mattino vengono piazzati a Stampa Napoli 2015, una società che al 31 marzo non risulta presente nel registro delle imprese della camera di commercio, eppure, ricordano i sindacalisti di via del Tritone, una “attività reale e autonoma è condizione indispensabile perché il progetto d’impresa del Gruppo Caltagirone sia credibile”. E c’è da aggiungere che i poligrafici che hanno ricevuto alla vigilia di Pasqua la lettera dell'azienda con la comunicazione del trasferimento sono ora nel limbo: non sono più dipendenti del Mattino spa, non sono ancora dipendenti di una società che pare non esista ancora.
Di fronte all’offensiva con fuoco ad alzo zero degli uomini di Caltagirone la risposta dei poligrafici è stata in qualche modo timida e, almeno per le prime settimane, non coordinata. Ci sono stati scioperi di testata, si è passati a quelli di gruppo per arrivare il 24 marzo a una astensione dal lavoro dell’intera categoria, che peraltro stava fallendo perché accanto ai giornali del Gruppo Caltagirone avrebbero saltato l’uscita in edicola soltanto i quotidiani della Rcs e il Sole 24Ore. Si deve invece all’impegno a alla generosità dei giornalisti di

Un'altra immagine della manifestazione

Repubblica e della Stampa se il fronte è stato allargato a tutte le testate più importanti perché quando i dirigenti di due quotidiani hanno provato a uscire in ogni caso i

giornalisti, riuniti in assemblea hanno sventato la manovra proclamando lo sciopero dei redattori. Sono poi arrivati il 29, 30 e 31 marzo tre giorni consecutivi di sciopero dei poligrafici di Messaggero, Mattino e Gazzettino, sciopero rafforzato il 31 marzo dall’astensione dal lavoro proclamata anche dai giornalisti delle tre testate e dal sostegno delle Associazioni stampa del Lazio, della Campania, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia che hanno giudicatoinaccettabile il comportamento del Gruppo Caltagirone che, ignorando completamente le regole del confronto sindacale, ha trasferito a società terze pezzi della filiera produttiva editoriale, cambiando unilateralmente il contratto di lavoro”. Sullo sciopero dei giornalisti va però detto che farlo nello stesso giorno dei poligrafici è stata forse una scelta pavida; ben altro impatto avrebbe avuto su Caltagirone un quarto ed eventualmente un quinto giorno di sciopero. E se proprio si voleva dare un sostegno operativo si girava a un fondo di lotta dei poligrafici la giornata di lavoro invece di regalarla con lo sciopero all’editore.
A sostegno degli scioperanti ci sono da registrare le iniziative di alcuni esponenti politici: il 31 marzo l’ex ministro Cesare Damiano insieme a Marco Miccoli ha presentato un'interrogazione al ministro del Lavoro,

mentre il 10 marzo ne aveva firmata una il deputato del Movimento 5 Stelle Giuseppe Brescia indirizzandola al presidente del consiglio e ai ministri del

Con i poligrafici in piazza anche i giornalisti del Messaggero

Lavoro e dello Sviluppo economico; alla manifestazione organizzata dai poligrafici del Messaggero il 31 marzo a piazza San Silvestro ha partecipato il candidato sindaco di Roma Stefano Fassina. Va però anche messo in evidenza che a piazza San Silvestro per una iniziativa dei lavoratori del più importante quotidiano di Roma non c’era neanche una telecamera e che la questura, per ragioni di ordine pubblico, non ha autorizzato la protesta davanti al palazzo del Messaggero, che avrebbe avuto sicuramente una maggiore visibilità, né il corteo programmato per sfilare a via Barberini, davanti agli uffici della Caltagirone Editore, e sotto la sede della Federazione editori ma ha spostato l'iniziativa a piazza San Silvestro, lontano dal giornale.
Esaurita, almeno per ora, la fase degli scioperi la nuova trincea è giudiziaria. Sia a Roma che a Napoli sono stati contattati importanti studi lavoristici per azioni che cammineranno su binari autonomi. I dipendenti hanno sessanta giorni per impugnare il trasferimento, ma molti sono decisi a farlo in tempi stretti. Le segreterie regionali e nazionali stanno invece valutando denunce contro l’editore per attività antisindacale un fronte sul quale Caltagirone ha già incassato sconfitte nette; basta ricordare le condanne del 2007 davanti al tribunale di Napoli con il decreto firmato dal magistrato Fabrizio Amendola e la sentenza scritta dal giudice Linda D’Ancona.