Operatori Rai, vertenza
prossima alla conclusione

CON LE DICHIARAZIONI degli ultimi testimoni è in dirittura d’arrivo la vertenza promossa dagli operatori della Rai di Napoli Claudio Ciccarone e Gianni Occhiello per vedere riconosciuto dall’azienda, dopo oltre venti anni da dipendenti e nove da professionisti, lo status di giornalisti.
Nell’ultima udienza, tenuta il 22 novembre davanti alla corte d’appello di Napoli, presidente Alessandro Bavoso, giudice relatore Gabriele Di Maio, sono stati ascoltati lo specializzato di ripresa Pasquale D’Errico per i ricorrenti e il redattore capo Silvio Luise per l’azienda, mentre nella penultima, nello scorso luglio avevano testimoniato il responsabile della redazione Massimo Milone per la Rai e il capo servizio in pensione

Eugenio De Bellis per gli operatori.
Il presidente Bavoso ha fissato per il 17 gennaio l’udienza per le conclusioni e ha invitato gli avvocati delle


Eugenio De Bellis, Pasquale D'Errico, Guido Marsiglia, Renato Scognamiglio

parti (per la Rai Renato Scognamiglio e Guido Marsiglia, Domenico D’Amati e Rocco Truncellito per gli operatori), a verificare se ci sono margini per un accordo che tenga conto di quanto emerso nella fase processuale.
Le testimonianze hanno infatti confermato che gli operatori lavoravano di frequente in piena autonomia, senza essere affiancati dal giornalista redattore: D’Errico ha ricordato i due Giri d’Italia seguiti con Occhiello nel ’98 e ‘99, De Bellis ha dichiarato che spesso, quando era responsabile di turno spediva a realizzare sevizi esterni gli operatori da soli. Misurata la testimonianza di Luise, schierata e convinta quella di Milone che ha voluto spaziare anche sugli anni antecedenti al 2003, quando non era responsabile della redazione, per concludere dicendo che la Rai è un azienda verticistica, tutto controlla e tutto decide il capo, arrivando così ad escludere servizi in autonomia degli operatori.
Va infine ricordato che in primo la richiesta degli operatori di vedere riconosciuta la qualifica di inviato, e in via subordinata quella di redattore telecineoperatore, è stata respinta nel marzo 2004 dal giudice del lavoro del tribunale di Napoli Maria Gallo.