Per il fustigatore parole profetiche

"Quindi, due ore dopo aver firmato in Provincia, mi recai nella redazione e, accompagnato da un amico redattore che ancora oggi ci lavora, chiesi e ottenni un colloquio con il vice direttore dell’epoca, Antonello Velardi, spiegandogli il perché e il percome intendevo concludere la collaborazione. Disse che una persona corretta e per bene come me avrebbe avuto tutte le fortune che meritava".
Per Vincenzo Iurillo, giusto fustigatore di conflitti di interessi più o meno macroscopici all'interno della categoria, "mai parole (quelle di Velardi, of course, ndr) furono meno profetiche". Ma, considerata pure l'ingiusta fustigazione cui sottopone la consecutio e gli incolpevoli congiuntivi, fossimo in Iurillo - che si firma giornalista professionista - cominceremmo a nutrire il dubbio che quelle parole fossero invece assolutamente profetiche... 

Il Maestro di Vigevano


Il Maestro, inflessibile giudice a tutela della purezza della lingua, ha ragione. E la sua cattedra è meritata. Secondo i puristi, lì ci voleva un bel congiuntivo. I maestri (con la m minuscola…) degli anni ’70 avrebbero segnato il rigo con la matita blu (errore grave). I maestri di questo secolo si sarebbero invece divisi. Alcuni l’avrebbero tratteggiato con la matita rossa (errore lieve). Altri l’avrebbero lasciato passare con una smorfia, ma senza segnalare errori. L’italiano, come tutte le lingue, si evolve. E si sta radicando, sia nella lingua parlata che in quella scritta, la consuetudine di utilizzare, in certi casi, l’indicativo imperfetto al posto del congiuntivo. Mi rimetto quindi alla clemenza della corte, ma penso che la sentenza di condanna possa essere accompagnata dalla concessione delle attenuanti generiche.
Invece ventisei anni fa, nel corso di un analogo processo pubblico alla correttezza del mio stile, e nonostante la mia imberbe età, strappai un’assoluzione per non aver commesso il fatto.
Il capo d’imputazione? La mia professoressa di italiano delle scuole medie aveva appena tratteggiato con una bella matita blu il termine ‘gol’, da me utilizzato tre o quattro volte in un tema sui mondiali appena vinti in Spagna, con Paolo Rossi
goleador. Voto: “quasi sufficiente”. “Si scrive goal”, disse ad alta voce la signora sventolando in alto il foglio protocollo, affinché l’intera classe potesse condividere il severo monito. La professoressa, della quale conservo un ottimo ricordo, di calcio non capiva niente, ma aveva divorato un buon dizionario antico. Il giorno dopo andai in aula con un libro dal titolo “Il Manuale del Gol”. Un intero paragrafo del volumetto era dedicato proprio al progressivo disuso dell’inglesismo “goal”, sostituito da “gol” in quasi tutte le cronache sportive. La professoressa rimase colpita. E mi cambiò quel “quasi sufficiente” in una sufficienza piena. Perché il tema, detto tra noi, comunque non era un granché.
A proposito: mi firmo giornalista professionista perché sono giornalista professionista. La mia tessera dell’Ordine dei Giornalisti (elenco professionisti) ha il numero 058390. Cordiali saluti

Vincenzo Iurillo
(*) Da www.trofeochiarinocimurri.it
 
Antonello Velardi
Vincenzo Iurillo
Paolo Rossi (*)