Praticanti Suor Orsola
all'esame senza master

IL 31 OTTOBRE scorso gli studenti della scuola di giornalismo del Suor Orsola Benincasa sono andati a sostenere gli esami scritti per diventare giornalisti professionisti senza aver conseguito il master, passaggio essenziale per completare il praticantato.
La denuncia è di Angela Genovese, una dei trenta laureati ammessi nel 2003 a frequentare il corso. La mancata convocazione per discutere la prova finale del biennio è costata alla Genovese l’ammissione agli scritti.
“Avevo accolto con grande fiducia – dichiara a Iustitia – l’iniziativa del master

perché al Suor Orsola ho conseguito la laurea con il massimo dei voti ed avevo in grande considerazione questa istituzione. L’esperienza si è rivelata negativa perchè il livello dell’organizzazione non sempre corrispondeva alla qualità pubblicizzata. Ma l’inefficienza è emersa a pieno con la sorpresa finale della mancata ammissione alle prove scritte:


Lucio D'Alessandro e Angela Genovese

nessun rappresentante della scuola mi ha avvisato della decisione di far partecipare comunque gli studenti agli esami; ho presentato in ritardo la domanda, segnalando l’anomalia, ma non ho avuto risposta né dall’Ordine nazionale, né dai responsabili del master. Pochi giorni prima degli esami scritti ho messo in mora sia la commissione d’esame, attraverso l’Ordine nazionale, che il Suor Orsola e informato della situazione l’Ordine della Campania. Sono trascorsi tre mesi senza che nessuno si sia degnato di darmi una risposta. Il 23 gennaio il mio avvocato ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Napoli che farà finalmente luce su questa vicenda”.
La denuncia della Genovese è il colpo più duro su un primo biennio, in cui i dirigenti del Suor Orsola hanno scontato l’inesperienza degli esordi, ma anche scelte di fondo discutibili. Delle quindici scuole di giornalismo in attività che hanno ottenuto il riconoscimento dell’Ordine nazionale, il Suor Orsola, che è


Alfredo D'Agnese e Guido Pocobelli Ragosta

tra i bienni più costosi d’Italia, esibisce il direttore più prestigioso, Paolo Mieli, che però, nell’arco di due anni, gli studenti hanno visto soltanto due volte.
Di fatto il ruolo di direttore, centrale in una scuola di formazione, è affidato a un giornalista non ancora quarantenne, Arturo Lando, responsabile dell’ufficio stampa del

Suor Orsola, con la supervisione del professore Lucio D’Alessandro, preside della facoltà di Scienze della formazione e dominus del Master. Lando, oltre a curare l’ufficio stampa dell’istituto e a firmare come direttore responsabile Inchiostro, il periodico realizzato dagli studenti del master, è uno dei cinque tutor della scuola. Gli altri sono tre freelance (Alfredo D’Agnese, Carla Mannelli e Guido Pocobelli Ragosta) e l’addetta stampa della Asl Napoli 1, Alessandra Origo.
Dal dicembre 2004 Paolo Mieli è tornato alla direzione del Corriere della sera. Romano, cinquantasette anni da compiere tra pochi giorni, dopo venti anni spesi tra Espresso e Repubblica, Mieli nel 1986 lascia Scalfari per trasferirsi come editorialista alla Stampa, di cui diventa direttore nel maggio del ’90; due anni più tardi arriva al vertice del Corriere, incarico che manterrà fino all’aprile del ’97, ottenendo risultati notevoli: tra gli altri, la riconquista del primato di vendite e, nel ’95, il record di un milione di copie. Nonostante il cumulo di impegni, a cominciare dalla guida del quotidiano di via Solferino e

dalle trasmissioni per la tv, nel secondo biennio, partito nell’ottobre 2005, Mieli ha mantenuto la direzione del master del Suor Orsola. Una scelta che desta


La redazione del Suor Orsola

molte perplessità, perplessità che Iustitia ha girato all’interessato; Mieli, per ora, sta riflettendo sulla risposta. Resta da notare che, probabilmente, se il direttore del Corriere avesse ricevuto l’incarico dall’università di Francoforte o di Heidelberg il suo comportamento (e quello dell’università tedesca) sarebbe stato molto diverso; a Napoli, invece, si sente autorizzato a spendere e fare spendere il suo nome come direttore di una scuola alla quale garantisce presenze episodiche e consulenze, se va bene, telefoniche.
Torniamo ora alla denuncia penale di Angela Genovese. Il professore D’Alessandro dichiara a Iustitia di essere del tutto all’oscuro della vicenda, sorpreso e tranquillo. “Sono tranquillo - chiarisce il preside del Suor Orsola – perché credo che si stiano confondendo due livelli distinti: c’è la scuola di giornalismo che al termine del biennio consente, con il riconoscimento della compiuta pratica, l’ammissione agli esami per professionisti e il corso di studi, con contenuti identici, che permette, una volta superata la prova finale, di


Carla Mannelli e Alessandra Origo

conseguire un titolo universitario, il master in giornalismo”.
Di avviso del tutto diverso la Genovese, secondo la quale, alla luce del ‘Quadro di indirizzi’ approvato dall’Ordine nazionale nell’aprile del 2002, ci sarebbero “forti perplessità in ordine alla regolarità dello svolgimento” del master da parte del Suor Orsola. La parte centrale dell’esposto è

dedicata al bando di concorso per il master biennale pubblicato dopo che il rettore del Suor Orsola Francesco De Sanctis e il presidente dell’Ordine nazionale Lorenzo Del Boca il 30 settembre 2002 hanno firmato la convenzione che autorizzava la nascita della scuola. Il bando (decreto rettoriale numero 10 del 15 gennaio 2003, con il calce la firma di De Sanctis) è formato da nove articoli. Il primo comma dell’articolo 8 prevede una “prova finale che consisterà nella discussione di una tesi redatta dallo studente sotto la guida di uno dei docenti titolari di insegnamento davanti a una apposita commissione integrata da un rappresentante dell’Ordine dei giornalisti”. Secondo il secondo comma dello stesso articolo, “l’Istituto Suor Orsola Benincasa rilascerà a quanti abbiano superato detta prova, al termine della seconda annualità, il diploma di master di secondo livello in giornalismo che varrà quale certificazione di compimento del praticantato giornalistico e che

abiliterà a sostenere l’esame di idoneità professionale nella prima sessione utile indetta dall’Ordine nazionale dei giornalisti dopo il conseguimento del titolo”. Un incatenamento ferreo tra praticantato e master confermato da D’Alessandro in una nota indirizzata un anno fa “agli allievi e, per conoscenza, ai tutor” per ricordare che una presenza assidua


Lorenzo Del Boca e Francesco De Sanctis

e un impegno convinto erano precondizione indispensabile per ottenere dal Suor Orsola i riconoscimenti finali, universitario e giornalistico. I corsi al Suor Orsola sono terminati il 30 aprile 2005, seguiti dagli stage estivi nelle redazioni e negli uffici stampa, ma dopo nove mesi gli studenti del primo biennio non hanno ancora sostenuto la prova finale per il conseguimento del master; se ne parlerà, forse, a metà febbraio.