SEMBRAVA FATTA, e per un po’ di giorni la Polizia, guidata dal questore Alessandro Giuliano, e la Guardia di finanza con il comandante provinciale Daniele Failla (i Carabinieri, il responsabile provinciale è Enrico Scandone, ne hanno fatto un uso più parco) hanno abolito la formula della “informazione per gentile concessione” nei loro comunicati stampa. Ma è bastato il fermo a Fiumicino della figlia del boss della ‘Alleanza di Secondigliano’, Maria Bosti e del marito, pronti a salire su un volo per Dubai, una notizia di discreto rilievo, ma certo non paragonabile all’arresto di Michele Zagaria, per spingere l’ufficio stampa della Questura di Napoli, la responsabile è Eugenia Sepe, a riproporre la formula “per delega del Procuratore della Repubblica di |
nel comunicato come genero del boss) erano stati fermati da agenti della Squadra Mobile di Napoli all’aeroporto di Fiumicino. Il fermo è avvenuto il 17 gennaio, la notizia è stata diffusa il giorno dopo (ma che fretta c’è). Il comunicato aggiunge che i due sono “gravemente indiziati del delitto di corruzione di incaricati di pubblico servizio aggravato da metodo mafioso” perché si sarebbero procurati “false certificazioni di test molecolare di esito negativo Covid 19”. Quelle necessarie per volare negli Emirati Arabi.
La nota della questura chiude con una lezione in pillole di procedura penale per i cronisti: “Naturalmente, alla esecuzione del decreto di fermo segue il giudizio di convalida previsto dalla legge”. (Meno male).
Tutto qui. Per chi volesse fare qualche domanda, apprendere qualche particolare fondamentale, tipo: perché i due andavano a Dubai? Segue l’avvertimento: “Lo stato delle indagini non consente informazioni ulteriori ”. Come dire: Volete fare i giornalisti? Non ci provate neanche.
Il giornalista e scrittore Louis Veuillot diceva: “Interrogate il silenzio, non vi risponderà nulla”. |