Servizi Italia,
ancora un ko

UN PRIMO KO nei confronti della srl Servizi Italia 15, una controllata del Gruppo Caltagirone, il poligrafico Antonio Verde l’aveva messo a segno nel luglio dell’anno scorso quando il giudice Erminia Catapano della sezione lavoro del tribunale di Napoli l’aveva reintegrato nel posto di lavoro e gli aveva riconosciutododici mensilità oltre rivalutazione e interessi legali fino al saldo”.
Arriva ora il secondo knock out e lo firma il giudice del lavoro del tribunale di Napoli Maria Pasqualina Gaudiano. In campo gli stessi staff legali: per Verde il tandem Giuseppe Marziale e Patrizia Totaro, per la Servizi Italia 15 Giovanni Lazzaro in questo giudizio affiancato da un difensore storico del Mattino, Marcello De Luca Tamajo

Con ricorso depositato subito dopo la pubblicazione della decisione del giudice Catapano i legali della società avevano chiesto l’annullamento della reintegra di Verde, assunto al Mattino nel luglio del 1990, trasferito nell’aprile del 2016 alla Servizi Italia 15 e sei mesi più tardi licenziato.
Verde, – è scritto nella sentenza del 5 giugno – per esperienze lavorative pregresse e professionalità, era in

Patrizia Totaro

grado di svolgere ogni attività nei reparti di produzione di appartenenza sia a Napoli che nelle altre sedi italiane” del gruppo Caltagirone.
Il giudice cita quindi la Corte di cassazione : “il datore di lavoro può circoscrivere a una unità produttiva la platea dei lavoratori da licenziare ma deve indicare sia le ragioni che limitino ai dipendenti dell’unità o settore in questione, sia le ragioni per cui non ritenga di ovviarvi con il trasferimento a unità produttive vicine, ciò al fine di consentire alle organizzazioni sindacali l’effettiva necessità dei programmati licenziamenti. Qualora nella comunicazione si faccia generico riferimento alla situazione generale del complesso aziendale, senza alcuna specificazione delle unità produttive da sopprimere, i licenziamenti intimati sono illegittimi”.
Parole chiare che spingono il magistrato a concludere: “detti oneri non sono stati assolti nel caso in esame non avendo la società specificato per quale motivo il Verde non poteva essere addetto ad altra sede e in base a quali criteri è stato scelto rispetto ad altri lavoratori impiegati nel medesimo servizio o in mansioni equivalenti. Va pertanto condivisa la

Marcello De Luca Tamajo

pronuncia di illegittimità del recesso intimato a Verde Antonio emessa dal giudice della prima fase”.
Ribadita in pieno l’illegittimità del licenziamento va detto che nell’agosto dell’anno scorso Verde ha accettato di lasciare l’azienda in cambio del pagamento di quindici mensilità da aggiungere alle dodici già maturate. Quindi il giudice Gaudiano rigetta l’opposizione della Servizi Italia 15

che condanna a versare a Verde tutte le mensilità dovute, oltre gli interessi maturati, e a pagare quattromila euro di spese legali. 
Servizi Italia 15 – commenta l'avvocato Marziale – fin qui non ha dato adempimento alla sentenza, come peraltro sua consuetudine, talché si renderanno necessarie azioni esecutive in danno della società”.