Il giudice reintegra
poligrafico Mattino

C’È NUOVO LAVORO per gli avvocati di Francesco Gaetano Caltagirone e della figlia Azzurra. Il giudice del tribunale di Napoli Erminia Catapano con una ordinanza del 20 luglio ha reintegrato a Servizi Italia 15 il poligrafico Antonio Verde licenziato un anno fa.
La decisione del magistrato arriva a poche settimane di distanza da quella firmata dal giudice Carmen Lombardi che aveva dichiarato

illegittimi’ i licenziamenti di altri tre poligrafici dipendenti da Servizi Italia 15 (Domenico Costagliola di Mignovillo, Fabrizio Fiorenzano e Silvio Sonnino) ordinandone il ritorno al lavoro. I dirigenti della società (presidente Azzurra Caltagirone, consigliere delegato Alvise Zanardi e consigliere Fabrizio Caprara) non hanno dato esecuzione al provvedimento ma dopo cinquanta

Giuseppe Marziale

giorni di silenzio hanno inviato una lettera ai tre poligrafici per comunicare la loro riassunzione e il contestuale rilicenziamento.
Torniamo ad Antonio Verde. Davanti al giudice Catapano avevano impugnato il licenziamento tre poligrafici ex Mattino, difesi dagli avvocati Giuseppe Marziale e Patrizia Totaro. Due dei tre, Sissi Contessa e Liliana Scarpato, hanno deciso di chiudere la vertenza accettando una soluzione monetaria con il pagamento di una parte delle mensilità loro spettanti; Il terzo ha invece scelto di andare avanti. E il magistrato, che all’udienza del 4 luglio si era riservato, ha poi accolto le tesi dei suoi legali.
Verde ha lavorato al Mattino dal 17 luglio del 1990 fino al 2016 quando è stato trasferito con la cessione di ramo d’azienda a Servizi Italia 15, controllata dal Gruppo Caltagirone, che un anno dopo l’ha licenziato.
Nell’oltre quarto di secolo vissuto a via Chiatamone ha svolto molti compiti elencati in venti righe nel provvedimento del magistrato. Ne ricordiamo alcuni: addetto alla foto formatura e alla fotografia, responsabile della qualità di alcune edizioni del giornale, tecnico di redazione, correttore di bozze, assistente di redazione, addetto al settore diffusione e marketing, responsabile del controllo e dell’inserimento delle variazioni di tiratura, titolare dei contatti telefonici quotidiani con i distributori campani e fuori regione per raccogliere i dati di vendita per la programmazione delle forniture future e in occasione di inserti e

Patrizia Totaro

allegati al giornale. E ci fermiamo qui.
Con questo curriculum alle spalle è singolare che, sostiene il magistrato, “nemmeno una parola venga spesa sul perché il ricorrente, che vanta una lunga esperienza in varie mansioni, non possa essere ricollocato in mansioni equivalenti a quelle già svolte presso i reparti omologhi, in special modo quello di Roma presso cui sono state concentrate quasi completamente

le attività di diffusione e commercializzazione di tutte le testate edite dal gruppo Caltagirone”. E continua: “l’esigenza sottolineata dalla giurisprudenza di comparare le mansioni svolte dai lavoratori da licenziare con quelle eseguite dai lavoratori addetti ad altre sedi si palesa qui davvero, e a fortiori, ineludibile, con la conseguenza che appare ancora più ingiustificabile che il licenziamento sia avvenuto se Verde Antonio potesse essere adibito a reparti analoghi rimasti attivi. Ne deriva che risulta ampiamente giustificata la soppressione del reparto, del tutto ingiustificata appare la scelta di licenziare il Verde Antonio per come maturata senza alcuna effettiva comparazione”.
Il giudice ordina quindi “la reintegra del ricorrente (Verde, ndr) nel posto di lavoro, condanna la resistente (Servizi Italia 15, ndr) al pagamento dell’indennità risarcitoria commisurata all’ultima retribuzione globale di fatto, pari a euro 2.221,19, dal dì del recesso fino all’effettiva reintegra nei limiti di dodici mensilità, oltre rivalutazione e interessi legali fino al saldo, oltre contributi previdenziali”. Condanna la società “al pagamento delle spese legali che liquida in 3.000 euro”.