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Rai Napoli, vinta
la guerra col topo
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PER CHI LI osserva da spettatore, i problemi del tg Rai della Campania sono tanti, a cominciare da quelli apparentemente piccoli, come i sottopancia spesso sbagliati, le troupe d'appalto che eludono o non rispettano le normative aziendali, per arrivare al capo redattore ‘virtual centrale’ Oreste Lo Pomo che preferisce soggiornare nella sua Potenza e frequenta gli uffici di Fuorigrotta in genere tre giorni alla settimana, che quando la premier Giorgia Meloni è venuta per la prima volta a |
Caivano non c'era come non c'era durante gli scrutini per le comunali dell’8 e 9 giugno, per arrivare in redazione soltanto a urne chiuse così come ha fatto per i ballottaggi. Temi che meriterebbero attenzione e prese di posizione sindacali, redazionali, aziendali e sono invece temi ignorati.
Ma a rianimare le "anime morte" di via Marconi, direbbe il governatore Vincenzo De Luca, ci ha pensato lui: il |
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Oreste Lo Pomo |
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topo, anzi il TOPO dei topi. Reo, senza prima informarsi dell'oltraggio, di essersi intrufolato in redazione per poi finire la sua breve esistenza nell'impianto di aereazione della struttura. Contro di lui, il TOPO, si è scatenata per alcuni giorni una tempesta di mail per chiederne l'immediata cattura e l’esecuzione sommaria, poi avvenuta da sé. Il cdr, attraverso Vincenzo Perone, il suo esponente più 'creativo' (sua la recente performance del microfono, in gergo "gelato", infilato nella maglietta per avere così mani libere durante un collegamento), ha puntualmente informato la redazione in trepidante attesa delle fasi della caccia al roditore, della scoperta del cadavere, delle sanificazioni assicurate per impedire che, dal condotto dell'aria, il roditore potesse trasmettere malattie e miasmi velenosi nemmeno fosse un ordigno batteriologico caricato ad Ebola.
Molti giornalisti si sono dichiarati indignati per la presenza di un topo in redazione, hanno invocato sanificazioni globali, hanno messo in guardia |
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Claudio Pappaianni |
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da epidemie bibliche per colpa dell'animale, in un comune afflato come non si vedeva dal luglio 2011, ai tempi della ‘rivolta’ contro il defunto Massimo Milone.
Ancora una volta dalla sede ‘distaccata’, non ha fatto mancare il suggello alla pochade il capo redattore Lo Pomo che ha tirato in ballo la ‘sinergia’ (termine che usa spesso) tra cdr e direzione, cioè lui, per sconfiggere il TOPO.
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Una farsa, se non fosse per una nota che è un eufemismo definire stonata: “FATE PRESTO”, ha scritto nella sua mail il redattore Claudio Pappaianni, senza sentirsi a disagio per aver paragonato un topo a un terremoto, quello dell'Irpinia del 23 novembre 1980, che causò diverse migliaia di morti e del quale il titolo del Mattino "FATE PRESTO" fu l'emblema e passò alla storia del giornalismo e non solo. |
Gualtiero Navarra |
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