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Dopo sette anni al Mattino
Orfeo al Tg2 dal 5 agosto
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È CONTENTO, felice, anzi strafelice, Mario Orfeo: dopo cento giorni di apnea il 23 luglio è arrivata finalmente la nomina alla direzione del Tg2, votata all’unanimità dei consiglieri d’amministrazione. La notizia gli è arrivata mentre era a Bracciano, al castello degli Odescalchi, per partecipare al matrimonio di Alessandro Caltagirone, figlio dell’editore Francesco Gaetano, celebrato |
dall’arcivescovo Rino Fisichella, rettore della Pontificia università lateranense.
La nomina è il coronamento del lavoro paziente di un anno speso a rassicurare Berlusconi e i suoi colonnelli che di lui ci si poteva fidare. Orfeo nasce moderato (lo zio Ludovico Greco è stato |

Francesco Gaetano Caltagirone e Rino Fisichella (*) |
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prima con Achille Lauro, poi senatore dc), si autodefinisce moderato, viene considerato moderato. È una sorta di democristiano del Duemila, sempre saldamente al centro e ha con tutti rapporti buoni e rapporti solidi con ex dc come Pier Ferdinando Casini e soprattutto Marco Follini; capace di passare senza troppe scosse dall’entourage pomiciniano del mensile Itinerario ai dodici anni trascorsi a Repubblica, alla redazione di Napoli, poi a Roma allo sport e negli ultimi anni nel motore del giornale a stretto contatto con il direttore Ezio Mauro. È moderato Orfeo, ma nel biennio del secondo governo Prodi scivola lentamente verso il centro sinistra, mentre già dall’arrivo al Mattino nel 2002 stabilisce un rapporto forte con il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e con fedelissimi come l’assessore Andrea Cozzolino, che un anno fa il Mattino dà in vantaggio nella corsa alla segreteria provinciale del Pd quando in sostanza ha già perso la gara con l'ex ministro Luigi Nicolais.
Nel novembre 2007 Berlusconi appare in grandissima difficoltà; arriva la bufera causata dalla pubblicazione delle intercettazioni che fanno emergere un’alleanza tra Rai e Mediaset. Orfeo decide di sbilanciarsi e pubblica addirittura un fondo (non ne ha scritti molti), chiaro fin dal titolo: “A schermo unico”. “Al momento c’è sicuramente la prova – scrive – di quello che in tanti fingevano di non sapere. La politica che vuole e spesso riesce a condizionare
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Azzurra Caltagirone e Pier Ferdinando Casini |
la televisione, Mediaset che allunga le mani sulla Rai, il servizio pubblico tradito: dalla competizione alla complicità, dalla corretta informazione alla utilitaristica ubbidienza. Con alcuni nomi ricorrenti sul doppio binario Rai-Mediaset/Forza Italia”.
Poi Berlusconi comincia a |
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riprendersi, ma Orfeo non percepisce il vento che muta. Sulla prima pagina del Mattino nei mesi che precedono il voto del 13 e 14 aprile 2008 ci sono due star: Pier Ferdinando Casini, marito di Azzurra Caltagirone, la figlia prediletta dell’editore del Mattino, e Massimo D’Alema.
La scoppola delle urne non sveglia il centro sinistra, ma scuote Orfeo che avvia un cambio di rotta via via più veloce. Considera ormai esaurita l’esperienza al Mattino; direzioni di quotidiani alla sua portata non ce ne sono, se si esclude la guida del Messaggero, saldamente controllata da un altro Caltagirone boy, Roberto Napoletano; rimane la galassia Rai, che con il cambio di governo presenta un’offerta articolata di poltrone e poltroncine. Decide quindi di lavorare con una strategia su quattro livelli: pressing soft ma assiduo su Berlusconi e i suoi più stretti consiglieri; attenzione continua agli esponenti locali del Pdl; ossessiva presenza sugli schermi televisivi; riposizionamento del giornale storicamente su salde posizioni di centro fino a un pieno allineamento con Berlusconi.
Dopo il successo elettorale di un anno fa il presidente del consiglio è una presenza stabile a Napoli e quando sbarca Orfeo c’è. Se occorre, lo incontra a Roma: nell’autunno scorso i giornali hanno scritto anche di una colazione per parlare di Rai, organizzata dal ministro Mara Carfagna a palazzo Grazioli,
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dove si sa c’è un via vai continuo. Diventano presenze fisse delle pagine del Mattino, ma anche ospiti al giornale, il deputato di radici casertane |

Andrea Cozzolino e Antonio Bassolino |
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Italo Bocchino, vice capo gruppo del Pdl alla Camera, e la salernitana Mara Carfagna, grazie alla tessitura di Antonio Sasso, direttore del quotidiano Roma, controllato da Bocchino, e mentore di Orfeo (con Sasso l’esordio a diciannove anni a Napolinotte, con Sasso, due anni più tardi, il praticantato al Giornale di Napoli). E in alcuni resoconti del Mattino il ministro delle Pari opportunità diventa una figura a metà tra lady Diana e madre Teresa di Calcutta. Orfeo prende anche sotto la sua ala politici di scarsa esperienza come il parlamentare di Forza Italia Luigi Cesaro, che nello scorso giugno è diventato presidente della Provincia di Napoli.
Lo sforzo maggiore però l’ex direttore del Mattino lo produce sul versante delle apparizioni televisive. La tribuna preferita è la trasmissione Porta a porta di Bruno Vespa, della quale Orfeo è tra gli ospiti più gettonati, mentre in veste di editorialista Vespa è una presenza assidua della prima pagina del Mattino (e chissà se nel piano tagli varato a giugno dagli amministratori del quotidiano è stato anche limato il compenso del conduttore televisivo). Ma il neo direttore del Tg2 sa essere anche umile e non disdegna partecipazioni meno ‘prestigiose’: da ricordare una trasmissione di Sky nello scorso autunno, dopo la strage del litorale domizio con sei extracomunitari uccisi dalla camorra, con Orfeo a Castelvolturno seduto su una sedia in attesa di dire la |

Italo Bocchino e Mara Carfagna (**) |
sua battuta, come un qualsiasi corrispondente da Sessa Aurunca.
A febbraio il direttore del Mattino piazza una strategica intervista al mensile Prima comunicazione, firmata da Daniele Scalise, che sempre per Prima lo aveva intervistato nel luglio 2002 quando si era appena insediato a via Chiatamone. Il moderato Orfeo è duro, fustiga la borghesia |
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napoletana, è severo con i politici e racconta che il Mattino ha fatto ogni sforzo per dare la sveglia a tutti. I lettori (sempre meno) che hanno seguito il giornale negli ultimi sette anni non si sono accorti delle frustate dal direttore; ma forse si tratta di lettori poco attenti o forse Scalise, giornalista romano, non ha letto il Mattino con continuità. Chi invece lo ha letto negli ultimi mesi ha trovato un giornale sempre schierato sulle posizioni del governo, anche quando ci si avventurava su terreni scivolosi. Qualche esempio.
Quando a fine aprile esplode il caso di Noemi Letizia e Repubblica inizia il pressing sul premier è il Mattino che il 25 maggio dedica un’intera pagina al padre della ragazza, Benedetto Letizia, e titola: “Ecco il segreto dell’amicizia con Berlusconi”; e il 31 maggio Il Mattino, dopo l’intervista di Repubblica a Gino Flaminio, fino allo scorso gennaio fidanzato di Noemi, pubblica una lunga lettera di scuse del ragazzo alla sua ex.
Il 20 luglio l’Espresso diffonde i nastri delle conversazioni della escort Patrizia D’Addario con Silvio Berlusconi; il giorno dopo il Corriere della sera titola in prima pagina: Il caso D’Addario / ‘Ecco gli audio’ Nuovo scontro su Berlusconi; la Repubblica: Berlusconi-D’Addario, ecco i nastri “Aspettami |
nel letto di Putin”; il Mattino: Ghedini sulle registrazioni / Incontri a palazzo Grazioli “I nastri sono invenzioni”. Il lettore distratto non capisce di che cosa si sta parlando e, in ogni caso, manca la notizia; c’è invece la smentita affidata all’avvocato del |

Giancarlo Lehner e Bruno Vespa |
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presidente del consiglio. Per i non più giovani è un tuffo nel passato quando negli anni settanta il Mattino non dava notizie sulle disavventure politiche o giudiziarie di Antonio Gava, ma titolava con la replica del politico dc.
Eppure nel 2002 Orfeo torna a Napoli animato da propositi bellicosi: lascia l’incarico di redattore capo centrale di Repubblica ed è deciso a dare uno scossone a una redazione seduta e sciatta: la prima iniziativa, pochi giorni dopo l’insediamento, è la distribuzione ai redattori di un prontuario per maiuscole e titoli; poi avvia la campagna acquisti con giornalisti fidati e capaci da piazzare in posti strategici, a cominciare dal redattore capo centrale Antonello Velardi, vice direttore del Corriere del Mezzogiorno; quindi rivolge un’attenzione costante alla fattura del giornale per migliorarne la qualità, dedicandosi a un’attività spesso più da redattore capo (a volte da correttore di bozze) che da direttore. Nonostante gli sforzi le vendite diminuiscono e non serve a molto la riorganizzazione della cronaca affidata alle cure di Claudio Scamardella, oggi vice direttore di Leggo.
Intanto Orfeo inanella una serie di bocciature da parte della redazione, a cominciare dal no al piano editoriale presentato 357 giorni dopo il suo insediamento. Sono bocciature che non fanno grande danno, ma riducono l’area del consenso all’interno del giornale. Alcuni dei redattori di maggior peso professionale vengono emarginati e sono invece gratificati gli ‘ubbidienti’, anche se di scarso spessore. Nell’intervista a Prima del 2002 Orfeo aveva dichiarato di “temere gli yesman”. Dopo qualche anno a Napoli, la paura evidentemente gli è passata.
E un po’ alla volta si convince che, arrivato al Mattino a trentasei anni, deve |

Claudio Scamardella e Antonello Velardi |
ormai cercare soltanto la strada per andare via, anche se da amante dello sport gli avrebbe fatto piacere battere il record di permanenza al vertice di via Chiatamone detenuto da Pasquale Nonno, con otto anni e cinque mesi.
Il 24 luglio arriva, con voto unanime dei |
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consiglieri, la nomina al Tg2 e quasi tutti gli esponenti politici, da destra a sinistra, esprimono giudizi lusinghieri sul nuovo direttore, con due eccezioni: il responsabile comunicazione del Pdci Jacopo Venier e il deputato del Pdl Giancarlo Lehner.
L’insediamento di Mario Orfeo a Saxa Rubra è fissato per mercoledì 5 agosto.
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(*) Da www.emmepiroma.it
(**) Da www.granieri.com |
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