L'anonimato e le ritorsioni

Cara Iustitia, 
dopo tante lettere anonime sulla vicenda Mattino forse sarà utile una firmata, sia pur breve. Solo per segnalare che la maggioranza dei redattori del giornale ha detto sì, con firma individuale, alle offerte economiche (ricordo: un aumento della parte sicura, non comprimibile, della busta paga) mettendo in cassaforte una somma che per contratto è aleatoria. E che sul contestatissimo conteggio dei riposi settimanali nel primo mese di applicazione c'è stato un vantaggio per la redazione di oltre dieci giorni. Si pensi soltanto che chi lavora dal lunedì al sabato (evento non raro quando ci sono riduzioni d'organico per ferie) adesso matura 1,2 giorni di riposo mentre prima uno, perché anche il sesto giorno dà diritto a una quota di "corta". Dati non sorprendenti: se su tali punti quella notte a Roma il Comitato di redazione ha firmato compatto (tutti i presenti, senza distinguo) è stato perché si erano raggiunti gli obiettivi minimi a tutela della redazione. E non per un colpo di sonno. 

Marco Esposito

La vicenda dello stato di crisi al Mattino è ormai nota in tutti i suoi aspetti, così come i comportamenti e le scelte di quella parte del cdr pilotata da Marco Esposito e Pietro Treccagnoli. E chi ha perso qualche passaggio può leggere nell’archivio di Iustitia documenti, mail e servizi. Per mantenere però fermi i paletti per un ragionamento sereno è necessaria qualche puntualizzazione. Cominciamo dalla coda.
“Il comitato di redazione – scrive Esposito - ha firmato compatto (tutti i presenti, senza distinguo)”. Va ricordato che in calce all’accordo ci sono quattro firme (Marco Esposito, Pietro Treccagnoli, Antonio Troise e Nicola Battista) su sette componenti (gli altri sono Daniela De Crescenzo, Gianni Colucci e Marco Di Caterino) e che Troise ha aggiunto, accanto al suo nome, “per presa d’atto”. Se questo non è un distinguo, cos’è? Perché Troise non lo spiega?
Il primo luglio Esposito ha compiuto quarantasei anni e dal primo luglio del 2000 lavora al Mattino; trovo perciò un po’ stucchevole per chi conosce a fondo i meccanismi e il clima di via Chiatamone il passaggio sulle lettere anonime. Sarò ancora più chiaro.
L’ordine di servizio firmato il primo luglio dal direttore, che affida a Treccagnoli il coordinamento delle pagine culturali, prevede trasferimenti che appaiono punitivi. Tre esempi. Fabio Jouakim viene spostato dal mattino.it alla Grande Napoli e Laura Cesarano dalla Grande Napoli è trasferita a Caserta, dove ha già 'scontato' quattro anni. Francesco Romanetti, da anni capo degli esteri, viene retrocesso e sottoposto alla tutela di Armando Borriello. Ci sono motivazioni professionali alla base delle scelte? Sono colpevoli di avere espresso delle critiche in assemblea o di avere firmato documenti di sfiducia al cdr?
Non sono necessarie chiose per la mail indirizzata da Giusy Franzese
al cdr e ai colleghi della redazione, una denuncia “documentata, onesta e coraggiosa” che inchioda alle loro responsabilità i rappresentanti sindacali firmatari dell’accordo, mettendo in evidenza nodi contrattuali e deontologici.
Per chiudere una domanda. Da tre settimane il cdr è dimissionario, ma rimane in carica per l’ordinaria amministrazione. Dopo alcuni giorni di meritate ferie, che cosa hanno fatto e stanno facendo i componenti del comitato di redazione per i giornalisti bersagliati dalle iniziative di Garzilli e Del Noce?
 

Nello Cozzolino
 
Marco Esposito
Gianni Colucci
Fabio Jouakim
Laura Cesarano
Francesco Romanetti
Armando Borriello
Raffaele Del Noce