Al Roma in apnea
fino al 19 dicembre

NELLE STANZE DEL Roma a via Chiatamone c’è un cauto ottimismo: i giornalisti, il comitato di redazione (Salvatore Caiazza, Ciro De Pinto, Rodrigo Rodriguez) e i dirigenti aspettano la decisione della commissione per l’erogazione dei contributi pubblici che si riunirà il 19 dicembre.
Le casse del giornale sono vuote perché il contributo del 2009 non è arrivato

(e le banche hanno chiuso i rubinetti); una relazione dell’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni presieduta da Corrado Calabrò, ha segnalato al Dipartimento per l’informazione e l’editoria della presidenza del consiglio (guidato da Elisa Grande) un


Silvio Berlusconi e Italo Bocchino

intreccio societario vietato tra il Roma e l’Umanità (editrice del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno) che percepivano finanziamenti pubblici. Il risultato è stato il blocco dell’erogazione dei fondi per il 2009, la richiesta di restituire i soldi incassati per il 2008 e una multa per la violazione della legge sul finanziamento dei giornali. Si è creata così una situazione molto critica sul versante economico con i redattori che aspettano dall’editore tre stipendi pieni e dal primo aprile hanno contratti di solidarietà con la retribuzione dimezzata che sale a poco più dell’ottanta per cento grazie all’integrazione versata dall’Inpgi, l'istituto di previdenza dei giornalisti.
Per il 2010 l’irregolarità è stata sanata e al Roma sono convinti di avere le carte in regola per ottenere il finanziamento. Per di più a novembre sono arrivate due importanti novità che hanno aumentato l’ottimismo. È andato a casa il governo guidato da Silvio Berlusconi probabilmente sensibile alle ostilità degli esponenti campani del Pdl (in primis Nicola Cosentino) nei


Corrado Calabrò e Elisa Grande (*)

confronti del patron del Roma Italo Bocchino. La seconda notizia positiva è la sentenza della seconda sezione del Tar del Lazio (presidente Luigi Tosti, consiglieri Salvatore Mezzacapo e Carlo Modica de Mohac estensore), depositata il 25 novembre. I giudici

accolgono il ricorso presentato dagli avvocati di Libero e del Riformista contro l’Agcom e il Dipartimento per l’editoria e annullano le sanzioni inflitte ai quotidiani diretti da Maurizio Belpietro e Emanuele Macaluso per gli stessi motivi che avevano portato alla penalizzazione dei giornali di Bocchino.

(*) Da Prima comunicazione