Dopo aver presentato regolare reclamo in bollo al consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti (Cnog), il sottoscritto ha chiesto l'intervento del Ministero della Giustizia (vigilante sul Cnog) e della Procura generale della Corte d'appello di Roma perché si é di fronte a una situazione abnorme che non ha precedenti specifici e di palese illegalità senza un giudice che si pronunci immediatamente prima della riunione del nuovo plenum irregolare del Cnog fissata da mercoledì 25 a venerdì 27 ottobre.
Infatti non si può ricorrere al Tar del Lazio proprio perché é previsto il ricorso al Consiglio nazionale dell’Ordine (vedere decisione del Tar della Lombardia del 25 luglio 2007 che ha stabilito che: ”la legge di disciplina dell’ordinamento della professione prevede che i reclami contro i risultati delle elezioni debbano essere sottoposti al Consiglio Nazionale. Solo dopo la pronuncia dell’Ordine Nazionale si può ricorrere al Tribunale di competenza territoriale ed eventualmente successivamente alla Corte d’Appello”). Ma, paradossalmente, non é più neppure operativo l'organismo giudicante del Cnog sul ricorso, né per legge è prevista la sospensiva anche di fronte ad una palese illegalità accertata dal presidente uscente del Cnog.
Di conseguenza vi é una aperta violazione del diritto di difesa del sottoscritto garantito dall'articolo 24 della Costituzione.
Peraltro appare scontato che a Roma e a Bologna dovranno essere rifatte le elezioni di ballottaggio perché vi hanno partecipato indebitamente - per mancato controllo da parte dei due Ordini regionali dei giornalisti del Lazio e dell'Emilia-Romagna, tre colleghi, due a Roma e uno a Bologna, privi del requisito di legge del possesso della posizione attiva Inpgi. .
Nell’occasione entrambi i presidenti dei due Ordini regionali hanno dato prova di non essere proprio super partes, avendo omesso di compiere atti imposti dalla legge ad un ente pubblico come l'Ordine dei giornalisti.