Roma, l'editore
ancora non si vede

SE NE È ANDATO anche marzo e al Roma l’editore non si materializza. Vanno avanti i contatti avviati dal consiglio d’amministrazione (Antonio
Sasso
, Roberto Paolo, Mario Pepe) della nuova cooperativa che dal primo marzo confeziona il giornale, per ora ci sono però timidi sondaggi, richieste di notizie e niente di concreto. Soltanto un imprenditore, Simone Improta, sta cercando di vedere nel dettaglio la fattibilità del rilancio della testata. Poco

più di trent’anni, amministratore di Medicina Futura, un gruppo formato da diverse società operanti nel settore della sanità privata a Napoli e in vari centri della provincia (Acerra, Casalnuovo, Nola, Pomigliano d’Arco), che dichiara un fatturato di


Maurizio Gasparri e Gianni Lettieri

settanta milioni e oltre trecento dipendenti, Improta è al lavoro per mettere insieme una cordata con l'obiettivo di comprare il giornale. Nell’operazione è affiancato da Tiberio Brunetti, trentadue anni, napoletano con radici ad Anacapri, dove è consigliere comunale d’opposizione, una laurea in Psicologia all’Università pontificia salesiana di Roma, collaboratore di Maurizio Gasparri e di Gianni Lettieri. E insieme, Improta e Brunetti, il 16 marzo hanno incontrato a via Chiatamone la redazione.
La trattativa avanza a passi piccolissimi perché sono molti, forse troppi i nodi da sciogliere. La testata è di proprietà della Edizioni del Roma prima spa, poi srl che è zavorrata dai debiti, è stata ed è oggetto dell’attenzione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e della magistratura, e ha fatto la richiesta di concordato preventivo. Uno scrigno nero avvolto dal filo spinato dal quale non sembra semplice tirare fuori la testata.
Intanto il giornale continua ad andare in edicola soltanto per la determinazione della pattuglia di giornalisti e poligrafici che da mesi non vedono un euro. Ha retto invece soltanto un paio di settimane l’accordo con la Grafic Processing di Augusto Celetti, che dal primo marzo aveva ripreso a stampare il giornale.


Andrea Colombo e Roberto Paolo

Il 15 marzo Celetti ha bloccato la stampa del giornale che sabato 16 non è uscito e il 18 marzo c’è stato il ritorno alla Stiem, la tipografia di Fisciano diretta da Andrea Colombo, che aveva stampato il Roma fino alla fine di febbraio.
C’è però da chiedersi

quanto potrà durare la resistenza. Per provare ad aumentare le riserve di ossigeno i giornalisti puntano sull’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti, con un ragionamento semplice: noi lavoriamo, riusciamo a mandare ogni giorno il giornale in edicola, ma non percepiamo lo stipendio e quindi abbiamo diritto alla indennità di disoccupazione erogata dall’istituto di previdenza.