Velardi, un boomerang
la querela a Guarino

IL GIUDICE Carla Montanaro della seconda sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere il 31ottobre scorso ha reso noto il dispositivo con il quale ha assolto “perché il fatto non costituisce reato” il giornalista Gianluigi Guarino dall’accusa di diffamazione presentata da Antonello Velardi, già numero due del Mattino e per due volte sindaco di Marcianise con mandati in entrambi i casi non portati a termine.
Il 29 gennaio Montanaro ha depositato la sentenza e in quattordici pagine smonta meticolosamente le argomentazioni degli avvocati di Velardi,

Gennaro Iannotti e Dario Pepe, che avevano ritenuto ‘diffamatori’ sei articoli pubblicati dal 12 febbraio al 2 marzo 2022 dal direttore Guarino su Casertace.net, tutti relativi agli abusi edilizi realizzati

Gianluigi Guarino e Antonello Velardi

dall’allora sindaco di Marcianise in un sottotetto di sua proprietà.
Tali essendo le emergenze istruttoriescrive il magistrato – ritiene questo giudicante che l’odierno imputato (Guarino, ndr) vada assolto per mancanza del carattere diffamatorio delle frasi incriminate”.
Per orientare il giudizio verso le tesi degli avvocati Mariano Omarto e Mario Griffo, legali di Guarino, sono risultate decisive le testimonianze della parte civile Velardi, della comandante dei vigili urbani di Marcianise Guglielmina Foglia, dell’architetto Anacleto Fuschetti, già dirigente dell’ufficio tecnico comunale, e dell’ingegnere Valentina Carangelo, la consulente nominata dalla procura di Santa Maria. Ma anche la testimonianza di Velardi contrassegnata da “non ricordo” e da un errore significativo: in un primo momento aveva dichiarato che il procedimento penale nei suoi confronti per l’abuso edilizio era stato archiviato. Aveva poi dovuto ammettere, incalzato dalle domande dell’avvocato Omarto, che il giudice aveva certificato l’esistenza del reato non più punibile perché era scattata la prescrizione.