"Le ottuse paratie dell'Ordine nazionale'

Caro Direttore, in merito a quanto pubblicato nell’ultimo numero di Iustitia sulla mia nomina all’interno del comitato scientifico della Scuola di Giornalismo dell’Università di Salerno, ti segnalo di aver declinato tale incarico (fatto, peraltro, a mia insaputa) oltre un mese fa con una mail spedita il 4 dicembre 2014 a seguito della notifica (sempre via mail e senza alcun preavviso) della delibera che tu hai pubblicato. Per chiarezza e obbligo di verità, ti inoltro il testo da me inviato a tutti coloro cui era stato spedito l’atto e ti sarei grato se volessi darne notizia. Grazie, cordiali saluti.

Enzo d’Errico

<Egregio dott. Bianchi (direttore dell'università di Salerno, ndr), apprendo soltanto adesso, con questa mail, della mia nomina all'interno del comitato tecnico scientifico della scuola di giornalismo. In primo luogo, ringrazio lei e il rettore (Aurelio Tommasetti, ndr) per aver indicato il mio nome all'interno di tale prestigioso organismo dopo avermi, nelle settimane passate, già contatto per l'incarico di direttore della suddetta scuola (incarico poi affidato a Gennaro Sangiuliano, ndr).
Purtroppo, come il rettore può testimoniare, tale scelta è stata ostacolata dalle ottuse paratie burocratiche create (paradossalmente) dall'Ordine nazionale dei giornalisti (presieduto da Enzo Iacopino, ndr). Nonostante un curriculum professionale che conta 37 anni di lavoro nelle più prestigiose testate nazionali (gli ultimi 27 trascorsi al Corriere della Sera prima come inviato e attualmente come vice caporedattore), l'Ordine nazionale si è frapposto alla nomina non essendo io in possesso di una laurea (ho cominciato a lavorare a Paese Sera quando avevo 18 anni...) e non ritenendo che il mio curriculum (che comprende anche libri e altre collaborazioni) testimoniasse il ruolo di <esperto di chiara  fama > previsto nelle direttive. La conclusione surreale è che, secondo i <numi tutelari> del giornalismo italiano, potrei teoricamente fare il direttore del Corriere, ma non di una scuola di giornalismo.
Nel ringraziare ancora una volta lei e il rettore per la stima e la cortesia che mi avete mostrato anche con quest'ultima indicazione, preferisco declinare l'incarico in nome di due valori che ritengo irrinunciabili: la dignità e la coerenza. Sperando che le nostre strade possano incrociarsi nuovamente senza gli intralci di una grottesca burocrazia, residuato di un passato lontano e fortunatamente sepolto dalla storia, le invio i miei più cordiali saluti e gli auguri più sinceri per il successo di una sfida formativa ardua in anni così difficili per il giornalismo>.

Enzo d'Errico
 
Attilio Bianchi
Aurelio Tommasetti
Gennaro Sangiulliano
Enzo Iacopino