L'Inpgi sotto la lente
del ministro Fornero

Il 4 APRILE il nuovo consiglio generale sceglierà al suo interno dieci giornalisti, di cui almeno un pensionato, che andranno a far parte del consiglio d’amministrazione dell’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti. Il cda dell’istituto è formato da altri sei componenti: per il comitato amministratore della gestione separata, che si è riunito a Roma il 22 marzo, è stato eletto Massimo Marciano; per la Fnsi viene confermato il segretario Franco

Siddi; per gli editori lasciano l’incarico Roberto Cilenti e Alberto Donati, che dell’Inpgi era vice presidente, sostituiti da Fabrizio Carotti e Edoardo Zecca; per la presidenza del consiglio esce l’avvocato Salvatore Lo Giudice,


Alberto Donati e Franco Siddi

direttore degli Affari legali della Rai, e gli subentra Andrea Mancinelli; per il ministero del Lavoro la poltrona occupata dall’ex sindaco di Taranto Giovanni Battafarano viene assegnata a Fiorella Kostoris Padoa Schioppa. Ed è questa la nomina di maggiore spessore perché la super economista rappresenta un segnale chiaro dell’attenzione che il ministro del Lavoro Elsa Fornero intende riservare all’Inpgi.
Sul versante dei giornalisti il veneto Andrea Camporese, pupillo ed erede di Gabriele Cescutti, si avvia verso una tranquilla conferma alla presidenza. Battaglia aperta invece per la vice presidenza cui aspirano davvero in tanti. Facciamo qualche nome: l’ex segretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi; la pensionata milanese Marina Cosi, presidente in scadenza del Fondo di previdenza integrativa della Fnsi; la leader dell’opposizione Silvana Mazzocchi; l'abruzzese Domenico Marcozzi, forte del primato di preferenze conquistato tra i giornalisti pensionati.
Tra i trombati illustri ci sono il presidente dell’Assostampa lombarda Giovanni Negri, battuto per dieci voti da Maurizio Andriolo, vice presidente uscente dell’Inpgi, incarico per il quale non è più ricandidabile; il segretario di Assostampa Palermo Roberto Ginex, nettamente staccato da Maria Pia


Maria Pia Farinella e Paolo Serventi Longhi

Farinella e Giuseppe Gulletta. Nelle battaglie per i vertici dell’istituto sono assenti i napoletani, e non è una novità, l’ultimo incarico di rilievo vero risale a quaranta anni fa con Adriano Falvo presidente della Fnsi dal 1970 al 1974. Nel consiglio generale oggi ci

sono due presenze napoletane, Enzo Colimoro e Rossana Russo, ma soltanto perché lo statuto dell’Inpgi riserva due posti alla Campania. Stando alle voci sulle trattative in corso Colimoro si starebbe impegnando a fondo per acchiappare un posto nel consiglio d’amministrazione. L’incarico sarebbe incompatibile con la presidenza di un sindacato regionale, ma forse il disoccupato di lungo corso Colimoro potrebbe decidere di chiudere la non esaltante esperienza sindacale per andare a occupare una poltroncina nel consiglio d'amministrazione dell’istituto di previdenza, incarico remunerato con 24mila euro l’anno, cui vanno aggiunti i rimborsi spese.
Chi invece ha mancato di trecento voti l’elezione al collegio sindacale, e si ritrova primo dei supplenti (e quindi fuori), è Lino Zaccaria, ‘danneggiato’ dalla concorrenza di Maurizio Cerino, che ha consentito a Enrico Ferri, ex presidente di Stampa Veneta, di conquistare il terzo posto tra i sindaci.