Le inesattezze
de ‘Il mio Siani’

HO LETTO CON attenzione il libro ‘Il mio Siani’, coordinato da Pietro Perone, regalato dal Mattino ai suoi lettori il 23 settembre nel trentasettesimo anniversario dell’omicidio di Giancarlo Siani.
Concordo con te sull’apprezzamento per lo sforzo fatto con gli ultimi libri (nel 2021 e nel 2022) da alcuni giornalisti del Mattino di avviare una autocritica (peraltro ancora incompleta) sulle responsabilità del giornale nella ‘gestione’ e nella cronaca delle indagini dal settembre 1985 al settembre del 1993. E manca anche una ricostruzione precisa degli ultimi mesi di attività del

giovane giornalista. In nessuno degli interventi viene raccontata la sua ‘solitudine’ e la diffidenza profonda che aveva nei confronti di alcuni colleghi del giornale. Basta ricordare la

Maurizio Fiume, Antonio Franchini e Dominique Torrès

telefonata che fece nel giorno in cui venne assassinato ad Amato Lamberti, che pubblicava le sue inchieste sulle infiltrazioni della camorra nella politica e nella società civile, per chiedergli di vederlo con urgenza. E a Lamberti che proponeva un incontro davanti al Mattino disse che preferiva incontrarlo lontano dal giornale.
Per quel che riguarda gli anni dopo l’esecuzione hai già più volte citato il racconto straordinario dell’inviata francese Dominique Torrès sul clima che si respirava nel 1987 alla redazione del Mattino. Ricorderei anche il libro del 2001 ‘L’abusivo’ di Antonio Franchini. Aggiungerei, e non vuole essere una provocazione, il film ‘E io ti seguo’ firmato da Maurizio Fiume e in sostanza realizzato per ‘amore’ di Giancarlo in autoproduzione, anche se è una pellicola ruvida e incompleta e molto aspra nei confronti del Mattino.
Chiudo con poche note a metà tra l’editor e il correttore di bozze. Se si vuole evitare il ‘santino’ di Giancarlo è sbagliato il sottotitolo della copertina: “Il martirio del giornalista esempio per generazioni di giovani”. Secondo il dizionario Devoto-Oli martirio” è “il sacrificio della vita accettato in nome della fede”. Infine, un libro è un libro, non sono ammessi errori o inesattezze. E se ci sono qualcuno deve rimediare

Armando D’Alterio, Amato Lamberti e Antonio Pascale

prima della stampa.
Il magistrato Armando D’Alterio apre così la sua testimonianza: “Giancarlo Siani: il suo messaggio, il suo retaggio. Due anni appena ci separano dal

quarantesimo anniversario del sacrificio di Giancarlo, che cadrà il 23 settembre 2025”. Se il quarantesimo anniversario ci sarà nel 2025 allora mancano tre anni. Infine l’incipit dello scrittore Antonio Pascale che scrive del terremoto: “Quando la sera del 23 settembre 1980”. Per la verità, era il 23 novembre.
Duca Lamberti