De Magistris: perché Manfredi sta zitto?

Il silenzio colpevole del magnifico rettore. Chi ha da nascondere tace e prende tempo, chi è trasparente risponde. Chi rappresenta il popolo ricoprendo la massima carica istituzionale cittadina non può però tacere su fatti che attengono la questione morale. Procediamo con ordine. Il sindaco Manfredi definisce con una sentenza di patteggiamento con la Corte dei conti di Napoli la restituzione di 210.000 euro a fronte di oltre 760.000 euro percepiti per incarichi ottenuti indebitamente per molti anni quando era professore, poi pro rettore e quindi rettore dell’università Federico II.
Si tratta di innumerevoli incarichi (il presidente della sezione giurisdizionali della Corte dei conti campana Michele Oricchio dixit, ndr) ottenuti tutti in violazione di legge: purtroppo più di 550.000 euro che Manfredi non poteva avere rimarranno per sempre sul suo conto corrente. Parliamo della stessa persona che appena diventata sindaco ha pensato bene di aumentarsi lo stipendio mensile a circa 13.000 euro. Non certo un bell’esempio per gli studenti quando rappresentava l’università laica più antica del mondo e oggi quale sindaco della città per me più bella del mondo. Farsi dare incarichi violando sistematicamente la legge e poi patteggiare ha un triplice vantaggio per l’interessato: significa non restituire tutto il maltolto e mantenere il denaro in tasca a danno dei contribuenti, auspicare l’assoluto silenzio sulla vicenda e non rendere quindi pubbliche le contestazioni della guardia di finanza e della procura. Ci troviamo in presenza anche della violazione dell’articolo 54 della Costituzione dove è statuito che chi ricopre funzioni pubbliche ha il dovere di esercitarle con disciplina ed onore. Ma il procedimento per danno erariale rischia di diventare l’inizio di un vero e proprio Manfredigate.
La prima domanda che i più attenti si sono fatti è perché non si era saputo nulla di questo procedimento per danno erariale nemmeno dopo la notifica dell’invito a dedurre nei confronti di Manfredi da parte della Procura? In questi casi i mezzi di informazione quando si tratta soprattutto di personalità politiche e/o istituzionali vengono a conoscenza di questi atti di oggettivo interesse pubblico e ne danno notizia, per Manfredi invece si registra per molto tempo il silenzio più assoluto. Una cappa mediatica, politica ed istituzionale. Solo dopo il deposito e la pubblicazione della sentenza di patteggiamento un giornale (Corriere del Mezzogiorno, ndr), con un cronista evidentemente coraggioso (Fabrizio Geremicca, ndr) tenuto conto dell’assordante silenzio del potere, pubblica la notizia e solo dopo che ho ripreso la questione sottolineando la gravità della vicenda sono intervenuti anche altri mezzi di informazione. Il tentativo di far calare una definitiva cappa omertosa non ha funzionato. La notizia non andava data e il sindaco andava protetto dal momento che la vicenda è oltremodo disdicevole per il magnifico rettore perché non riguarda contestazioni sull’esercizio delle funzioni il che può accadere di frequente per chi amministra e si deve essere garantisti, in questo caso invece ci troviamo di fronte all’uso non corretto del potere nell’utilizzo delle funzioni pubbliche: ossia si ottengono incarichi lautamente retribuiti grazie alle funzioni pubbliche ricoperte, abusandone perché vengono ricevuti in violazione di legge con un ritorno di evidente vantaggio anche di natura economica: in questa vicenda individuata dalla guardia di finanza parliamo appunto di oltre 700.000 euro che per chi ricopre incarichi pubblici anche apicali con rigore ed onestà non si vedono nemmeno con il binocolo.
Gli incarichi ottenuti indebitamente riguardano poi moltissimi anni e non sfugge che in tal modo si realizzano anche legami con i committenti che beneficiano il destinatario di lavori che non poteva ottenere. Perché, poi, il magnifico rettore non risponde ad alcune legittime e doverose domande? Ha informato le amministrazioni in cui ha espletato funzioni pubbliche degli incarichi ricevuti? È stato aperto un procedimento disciplinare nei suoi confronti? E all’università chi era al corrente della situazione? Ma soprattutto, chi sono i committenti pubblici e privati che gli hanno dato incarichi che non poteva avere? Questo è il punctum dolens.
Perché Manfredi tace? Il silenzio alimenta il sospetto dell’esistenza di conflitti d’interesse tra gli incarichi pubblici ricoperti e i soggetti committenti di incarichi illegittimi indebitamente percepiti. Come mai Manfredi sta privatizzando beni comuni della città oppure affidandone la gestione a privati o soggetti che agiscono in regime di profitto privatistico? Come mai ha deciso di modificare il piano regolatore consegnando la città al rischio di speculazioni, consumo di suolo ed affari? Come mai molti consiglieri comunali non hanno nulla da dire e sembra quasi non esserci opposizione?
 
 
Gaetano Manfredi
Michele Oricchio
Fabrizio Geremicca
Andrea Delmastro
Daniela Santanchè
F. Lollobrigida
Vittorio Sgarbi
Giuseppe Conte