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Amianto a Rai Napoli,
giornalisti da spostare
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IL CENTRO RAI di via Marconi a Napoli ha avuto amianto in abbondanza sin da quando nel 1958 l’allora amministratore delegato dell’azienda, il napoletano Marcello Rodinò di Miglione, pose la prima pietra e nel marzo 1963 il presidente del consiglio Amintore Fanfani tagliò il nastro dell’inaugurazione. C’è da domandarsi allora perché il caso amianto sta da qualche settimane preoccupando i giornalisti e gli altri dipendenti del Centro.
L’allarme arriva da Roma dove la Rai, dopo la segnalazione della Asl perché a viale Mazzini ha riscontrato livelli di amianto superiore ai limiti stabiliti, ha deciso mettere una parte dei dipendenti in smart working e di trasferire gli altri negli spazi liberati nelle sedi di via Asiago, Saxa Rubra |
e via Teulada. Una decisione drastica ma indispensabile per non correre rischi e perché soltanto nove mesi fa moriva per mesotelioma uno dei volti storici dell’informazione Rai, Franco Di |
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Il Centro di produzione Rai di Napoli in una immagine di 60 anni fa |
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Mare, ucciso dal lavoro prolungato a contatto con fibre nocive soprattutto durante i suoi viaggi come inviato di guerra. E un mese dopo, nel giugno del 2024, è morto sempre per un mesotelioma Mariusz Marian Sodkiewicz, il dipendente di natali polacchi che ha lavorato per oltre venti anni alla Rai.
Ma quale è la situazione a Napoli?
I vertici del Centro assicurano che la situazione è sotto controllo. I rappresentanti dei lavoratori (Roberto De Angelis, Michele Della Volpe, Nunzio Petricciuolo, Vincenzo Perone) chiedono garanzie sullo smaltimento rapido del materiale già portato via dalle strutture. Una parte dei giornalisti sollecita un controllo immediato da parte della Asl. Il responsabile della sicurezza per la redazione Vincenzo Perone frena preferendo camminare con il passo dall’azienda.
La palla è nelle mani dei dirigenti romani e di Antonio Parlati, da cinque anni responsabile del Centro di produzione, undicesimo di una lunga serie di direttori cominciata nel 1963 con Aldo Angelini.
Per ora è stato tolto tutto l’amianto dal primo piano e l’area pavimentata con lo scotch sarà completamente bonificata mentre è stato liberato uno spazio per gli studi del telegiornale. Intanto all’interno del centro verrà reperita e messa in sicurezza una struttura dove trasferire i giornalisti quando cominceranno i lavori per liberare dall’amianto il terzo piano che ospita la redazione. Un’operazione che comunque non si risolverà in tempi brevi; occorreranno alcuni mesi e il rientro al terzo piano potrebbe esserci per la fine del 2025.
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