Gentile direttore,
ti segnalo due importanti novità legislative non solo per i giornalisti della radio e della televisione, ma soprattutto per i cittadini, che sono entrate in vigore il 2 maggio e modificano la rettifica delle notizie diffuse da tg e giornali radio. Sono contenute nel decreto legislativo del 25 marzo 2024 n. 50: Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208, recante il testo unico dei servizi di media audiovisivi in considerazione dell'evoluzione delle realtà del mercato, in attuazione della direttiva (UE) 2018/1808 di modifica della direttiva 2010/13/UE. (in Gazzetta Ufficiale n. 90 del 17 aprile 2024.
Le due novità sono contenute nell'art. 1, 4° e 23° comma: il primo fissa a garanzia degli utenti dei nuovi principi nel sistema dei servizi di media audiovisivi e della radiofonia, riconoscendo e riconfermando rilevanti diritti a vantaggio della collettività, mentre il secondo interessa tutti i giornalisti Rai, Mediaset, La 7, Sky, Dazn, Telenorba e altri tg e modifica il precedente testo relativo alla rettifica di notizie mandate in onda da tg e giornali radio.
Questo il testo ufficiale delle due importanti novità:
A) la prima, che appare in aperto e insanabile contrasto con il Decreto Legislativo n. 188 dell’8 novembre 2021, che porta il nome dell’ex ministra della Giustizia ed ex Presidente della Corte Costituzionale professoressa Marta Cartabia, e che di fatto da due anni e mezzo ha, purtroppo, messo il “bavaglio” all’attività dei cronisti di “nera” e di “giudiziaria” di tutta Italia, è contenuta nell’art. 1, comma 4, del decreto legislativo n. 50 del 25 marzo 2024, che ha così modificato l'articolo 4, primo comma, del decreto legislativo n. 208 del 2021, e stabilisce ora che:
«Il sistema dei servizi di media audiovisivi e della radiofonia, si conforma ai seguenti principi, a garanzia degli utenti:
a) libertà e pluralismo dei mezzi di comunicazione radiotelevisiva;
b) libertà di espressione di ogni individuo, inclusa la libertà di opinione e quella di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza limiti di frontiere, nel rispetto della dignità umana, del principio di non discriminazione e di contrasto ai discorsi d'odio;
c) obiettività, completezza, lealtà e imparzialità dell'informazione;
d) contrasto alle strategie di disinformazione;
e) tutela dei diritti d'autore e di proprietà intellettuale;
f) apertura alle diverse opinioni e tendenze politiche, sociali, culturali e religiose;
g) salvaguardia delle diversità etniche e del patrimonio culturale, artistico e ambientale, in ambito nazionale e locale, nel rispetto delle libertà e dei diritti, in particolare della dignità della persona e della protezione dei dati personali, della promozione e tutela del benessere, della salute e dell'armonico sviluppo fisico, psichico e morale del minore, garantiti dalla Costituzione, dal diritto dell'Unione europea, dalle norme internazionali vigenti nell'ordinamento italiano e dalle leggi statali e regionali;
h) fermo restando quanto previsto dalla lettera b), contrasto alla tendenza contemporanea di distruggere o comunque ridimensionare gli elementi o simboli della storia e della tradizione della Nazione (cancel culture)».
B) A sua volta l'articolo 1, comma 23, del decreto legislativo n. 50 del 25 marzo 2024, che ha sostituito l'articolo 35, secondo comma, del decreto legislativo n. 208 del 2021, stabilisce, invece, che:
"Articolo 35 (Telegiornali e giornali radio. Rettifica):
1. Ai telegiornali e ai giornali radio si applicano le norme sulla registrazione dei giornali e periodici contenute negli articoli 5 e 6 della legge 8 febbraio 1948, n. 47. I direttori dei telegiornali e dei giornali radio sono considerati, ad ogni fine di legge, quali direttori responsabili.
2. Ogni persona fisica o ente giuridico i cui diritti, in particolare all’onore e alla reputazione, siano stati lesi a seguito di un’affermazione di fatti non conformi al vero contenuta in un programma televisivo o radiofonico, ha diritto di chiedere al fornitore di servizi di media audiovisivi o radiofonici, ivi inclusa la concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, all’emittente radiofonica oppure alle persone da loro delegate al controllo della trasmissione, la diffusione di contenuti in rettifica, purché questi ultimi non diano luogo a responsabilità penali. |