All'Ordine tira
aria di inciucio

CON LA SCOMPARSA del segretario dell’Ordine dei giornalisti della Campania Francesco Bufi cambia la maggioranza del consiglio eletto nel giugno del 2004.
Ermanno Corsi, presidente dal 1989, contava su cinque consiglieri professionisti: lo stesso Corsi, il segretario Bufi, il tesoriere Franco Landolfo, Umberto Nardacchione e Lino Zaccaria; all’ opposizione i pubblicisti Domenico Castellano, Maurizio De Tilla e Domenico Santonastaso e il

professionista Ottavio Lucarelli, in consiglio dal luglio del ’98 quando Domenico Ferrara, allora presidente della Casagit, si dimise e gli consentì di subentrare, ma in otto anni di Lucarelli oppositore non si è accorto nessuno.
Conflitto autentico invece


Francesco Bufi, Ermanno Corsi e Franco Landolfo

tra Castellano e i suoi da una parte e dall’altra il gruppo Corsi, Ambrosino, Zaccaria da quando, dopo tredici anni di alleanza blindata, Castellano con i suoi consiglieri nel giugno 2001 decise di appoggiare al consiglio dell’Ordine nazionale la candidatura alla presidenza di Lorenzo Del Boca; la scelta fu decisiva per l’inabissamento del tandem che guidava l’Ordine nazionale: il presidente Mario Petrina e il segretario Gianni Ambrosino. Una rottura mai sanata che ha avuto momenti di scontro aspro in occasione delle tornate elettorali; basta ricordare il voto più recente, nell’ottobre scorso, in occasione delle elezioni dei delegati al congresso Fnsi di Saint Vincent quando Corsi, Ambrosino, Zaccaria e Antonino Pane allestirono una lista improvvisata di pubblicisti e vennero sbaragliati del tandem Castellano–Falco, vicepresidente dell’Ordine nazionale.
Nel giugno del 2004 al gruppo Corsi-Ambrosino-Zaccaria si opposero le due componenti di opposizione, Credibilità sindacale e Autonomia e solidarietà, unite nella lista Cambiamo, che al consiglio regionale fece eleggere Lucarelli e


Domenico Castellano, Domenico Ferrara e Ottavio Lucarelli

portò al ballottaggio, senza successo, Carlo Verna e Vittorio Dell’Uva. A Bufi quindi subentra il primo dei non eletti, Carlo Verna, della stessa corrente di Lucarelli (Credibilità sindacale, sè dicente Giornalisti per la legalità); in caso di rinunzia di Verna, che da tempo

ormai coltiva obiettivi nazionali, toccherà a Vittorio Dell’Uva, candidato nella lista di Autonomia e solidarietà, la componente che a livello nazionale è guidata del segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi, dal segretario generale aggiunto Giovanni Rossi e dal coordinatore Roberto Seghetti, mentre la segreteria della Campania è formata da Patrizia Capua, Antonio Fiore e Enzo Palmesano. Non importa se con Verna o, eventualmente, Dell’Uva, al consiglio c’è ora un nuovo equilibrio, rafforzato dalle dimissioni da tesoriere date nel febbraio scorso da Landolfo, in polemica frontale con Corsi che lo ha accusato di essere “un portatore del virus dell’aviaria”.
Dopo diciassette anni, sarebbe quindi imminente un cambio al vertice dell’Ordine regionale, che, dopo le dimissioni di Landolfo e la scomparsa di Bufi, va subito completato perché sono bloccate persino attività di routine come la consegna dei tesserini. Sulla carta i numeri sono chiari, ma il condizionale sul nuovo presidente è giustificato da segnali che vanno in una direzione diversa. Per capire di più non resta che sentire i protagonisti.
Cominciamo da chi nella maggioranza c’è. “Non mi pare – sostiene Nardacchione – che in questo consiglio ci sia mai stata una grande compattezza nella maggioranza. Spesso ognuno è andato per la sua strada portando avanti le questioni che riteneva
Umberto Nardacchione, Domenico Santonastaso, Lino Zaccaria

importanti; per esempio da tempo io insisto, senza grande successo, per un forte  impegno contro i morosi. Sul fronte dei pubblicisti va segnalato che da molti mesi non partecipano alle riunioni del consiglio sia De Tilla che Santonastaso. In conclusione, la maggioranza non è cambiata e andremo avanti con piccoli accordi su segretario e tesoriere fino al voto del maggio 2007”.
Passando ai pubblicisti, c’è da registrare la prudenza estrema di Castellano (“È prematura qualsiasi dichiarazione”), che in qualche modo conferma le previsioni di Nardacchione.
Veniamo ora agli oppositori, veri o presunti, del presidente in carica. “Per la prima volta dopo diciassette anni – esordisce un Lucarelli molto loquace – Corsi non ha più una maggioranza blindata all’interno del consiglio. Questa situazione purtroppo si verifica in seguito alla scomparsa di un collega stimato come Francesco Bufi. Per la funzionalità del consiglio è importantissimo l’ingresso di un collega esperto e competente come Carlo Verna. Due anni fa alle elezioni si sono presentate tre sigle, quella di Corsi, che oggi ha quattro consiglieri, quella di Castellano, che ne ha tre, e la lista Cambiamo, che ora ne ha due. Al momento c’è numericamente una situazione di stallo che va risolta subito eleggendo un nuovo segretario e un tesoriere per garantire la funzionalità e i servizi essenziali ai colleghi a cominciare dalla consegna di


Lorenzo Del Boca, Roberto Natale e Antonino Pane

decine di tesserini ai neo professionisti. Cambiare anche il presidente? Sono personalmente contrario ai ribaltoni. L’obiettivo principale di Cambiamo è vincere, dopo il testa a testa del 2004, le elezioni del prossimo anno. Se però nel consiglio dovesse permanere una situazione

di ingovernabilità allora i consiglieri dovranno valutare con responsabilità qualsiasi soluzione utile per la funzionalità del consiglio e per fornire ai colleghi servizi efficienti”.
Dalla lunga dichiarazione di Lucarelli, al di là dei soliti riconoscimenti distribuiti senza risparmio a giornalisti vivi e defunti, si percepisce la volontà di non muovere niente, espressa anche attraverso l’idea un po’ approssimativa su che cos’è un ribaltone (“cambio delle alleanze politiche che determina la sostituzione di una maggioranza con un’altra”, secondo il dizionario De Agostini-Repubblica). All’ipotesi che Verna, oberato da impegni professionali e sindacali, si dimetta, il cronista politico di Repubblica Napoli non fa alcun cenno. Eppure l'ha avanzata lo stesso giornalista Rai subito dopo la scomparsa di Bufi. Allora ascoltiamo cosa dice Verna.
Anche l’inviato della sede napoletana della Rai parte da lontano: “Devo fare prima di tutto una premessa. Quando a metà marzo si è riunita a Roma l’assemblea dei cdr Rai il segretario dell’Usigrai Roberto Natale ha pubblicamente ufficializzato la candidatura mia e quella della collega del Tg3 Giuseppina Paterniti alla sua successione, che verrà decisa dal congresso fissato per ottobre. Al rinnovo del consiglio dell’Ordine campano manca ormai poco più di un anno. Penso quindi di decidere entro la prima metà di maggio, d’intesa con i giornalisti della mia componente e con quelli di Autonomia, se rimanere al consiglio o far subentrare Vittorio Dell’Uva”.

Verna precisa anche come intende muoversi nel caso dovesse rimanere in consiglio: “Il mio programma personale è costituito da una somma di atti di legalità, di trasparenza e di giustizia. Se nell’ambito di questo percorso ci dovesse essere una forte resistenza


Patrizia Capua, Antonio Fiore e Enzo Palmesano

e ci fosse una maggioranza disposta a cambiare i vertici dell’Ordine, io sarò senz’altro disponibile a votare una nuova presidenza”.
Verna incerto dunque se restare o lasciare, ma è un’incertezza che suona, per vari motivi, singolare. La gestione dell’Ordine campano è da molti anni oggetto di critiche durissime da parte della componente di Autonomia, ma anche dello stesso Verna. Basta ricordare il documento di Capua e Verna presentato e approvato all’unanimità dal consiglio della Fnsi convocato a Genova nel giugno del 2004; veniva riproposto “il caso Napoli” e si ricordava, tra l’altro, che il presidente dell’Ordine campano “Ermanno Corsi ha riportato in questi anni ripetute condanne penali e almeno una di queste ha ottenuto il suggello definitivo della corte di cassazione, ma non risulta che Corsi abbia mai informato l’Ordine nazionale, come è suo preciso dovere, per consentire l’immediata apertura di un procedimento disciplinare da affidare ad altro Ordine regionale”. Ancora: il gip della XV sezione del tribunale di Napoli, Lucio Aschettino, ha ipotizzato nei confronti di Corsi il reato di truffa aggravata per le irregolarità riscontrate nei bilanci dell’Ordine e scioglierà la riserva nelle prossime settimane. Senza citare altre situazioni critiche, c’è quindi una situazione incandescente che richiede un impegno a tempo pieno. Carlo Verna dal 7 giugno al 10 luglio sarà in Germania con il pool Rai che racconterà i mondiali di calcio; al ritorno andrà in ferie con la famiglia; subito dopo partirà la campagna per la segreteria Usigrai che andrà avanti fino a ottobre; in caso di vittoria, dovrà guidare il sindacato dei giornalisti Rai.
Carlo Verna è in grado di garantire fino al maggio 2007 un impegno a tempo pieno all’Ordine campano?