28
giugno
2003
/ anno
XI
numero
24
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politica (*) |
economia (*) |
giustizia (*) |
media
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sanità (*) |
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BIG APPLE |
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Non
sappiamo se ci danno più
fastidio le cronache delle feste
o le feste stesse: e non è
albagia di sinistra, ma pigrizia
bipartisan. L'allegria perenne,
soprattutto quella di certi ambienti,
è angosciosa; in quei sorrisi,
che splendono su volti temprati
dalla dura legge dei raggi Uva,
cogliamo una confidenza con la vita,
e al tempo stesso una distanza da
essa, che ci sgomenta.
Capiamo bene, però, che un
giornale autenticamente moderno,
che non voglia segnare il passo
rispetto alla media dei programmi
che si vedono in tv, non può
ignorare questa umanità lieta
e faconda; e modernissimo è
il Corriere del Mezzogiorno, il
cui direttore Marco Demarco
ha la fortuna di poter contare sulla
penna di Vanni Fondi, cui
di recente la guida Michelin ha
commissionato una |
monografia sulle tartine.
Ma l'articolo uscito il 22
giugno, nella pagina del Tempo
libero, ha un tocco in più
che ci ha colpito. Non è
il nome del nobile in questione,
che essendo Roffredo Gaetani
di Laurenzana dell'Aquila
Lovatelli d'Aragona rientra
nei canoni della firma da
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Marco
Demarco e Henry Kissinger
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venti
centimetri; né il fatto che,
essendo un discendente di "Benedetto
Gaetani, più noto come
Papa Bonifacio VIII", lui e
quel papa dovrebbero chiamarsi Caetani;
né che sia "playboy
e boxeur per passione e per hobby",
perché ci riesce difficile
immaginare il dongiovannismo come
una milizia; né che suo fratello
Gelasio, che Fondi definisce
"più 'buzzicone'",
sia "tra i presentissimi alle
feste della nobiltà nera
romana", come fosse un vanto.
Il punto è che l'ennesima
festa, cui è dedicato il
pezzo, si svolge a New York; "è
già stata resa nota una prima
lista di invitati", tra i quali
figurano Henry Kissinger
e Isabella Rosellini, Donald
Trump e Naomi Campbell,
a conferma che la globalizzazione
è una questione, più
che di economia, di buffet. Il Corriere
del Mezzogiorno ha il polso di Napoli
e della Campania, e sa cosa vogliono
sentirsi raccontare i suoi lettori.
Ma è pur sempre un giornale
a diffusione locale: e che voli
oltreoceano per parlare dei party
di Roffredo (segue cognome) è
tipico di chi sogna la Grande Mela
con la Piccola Anguria che ha sul
collo. |
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CHARITY |
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Non
fraintendeteci: tutto sommato Vanni
Fondi ci è simpatico, perché
non dev'essere semplice guadagnarsi
il martini quotidiano in questo
modo. Ci vuole una specie di tocco
di Mida, e trasformare in salatino
tutto quello che si tocca. Già
il 24 maggio ci aveva colpito sul
Cormezz la rubrica "In primo
piano", che portava una testatina
che sintetizza questi anni meglio
di qualsiasi saggio sociologico:
"Charity e lusso"; tanto
più che si era meritata nientemeno
che un richiamo con foto a colori
al centro della prima pagina. Dunque,
espone a Napoli l'artista americano
Jeff Koons e si organizza
una cena il cui ricavato (800 euro
a testa, non so se mi spiego) andrà
in beneficenza. Se il nostro capo
ci chiedesse di scrivere 111 righe
tipografiche sull'argomento, ci
dimetteremmo per manifesta incapacità:
ma Vanni no, e riesce a volare alto
tirando in ballo Brigitte Bardot
e Liz Taylor. Lo spunto
non glielo dà Novella 3000, |

Serena Albano e Januaria Piromallo |
ma il
Corriere della Sera, che
ha raccontato che l'attrice
francese preferisce la beneficenza
diretta, mentre la collega
americana ritiene che ogni
mezzo sia buono per aiutare
i bisognosi. E Fondi, agiografo
del prosecco, scatena il
dibattito: cui, schierandosi
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chi
con la Taylor chi con la Bardot,
partecipano tra gli altri nomi altisonanti
come quelli di Donatella Cagnazzo
e Annalisa De Paola ("organizzatrici
di eventi"), Lucy Newman
("imprenditrice e professionista
della solidarietà"),
Serenella Pacifico
("comitato d'onore della mostra
di Koons e della relativa cena di
beneficenza"), Januaria
Piromallo ("ha trasformato
il battesimo di sua figlia in un'occasione
di beneficenza per i bambini sieropositivi
del Kenya") e Serena Albano
(lapidariamente, "del partito
di B.B."). A questo punto,
una sola preghiera: cadessimo in
disgrazia, lasciateci crepare. Non
vogliamo eventi, professionisti
della solidarietà e comitati
d'onore. Ci basterà che Fondi,
che ha sempre saputo che nelle nostre
prese in giro non c'è malanimo,
ci lasci fuori della porta un cartoccio
con gli avanzi del caviale. |
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TROVARE |
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Nel
suo piano editoriale, il direttore
della Testata giornalistica regionale
della Rai Angela Buttiglione
diceva tra l'altro: "Il nostro
compito fondamentale è quello
di trovare le notizie. (...) Io
vorrei ritornare a essere fonte
di notizie". Bisogna onestamente
ammettere che il Tgr Campania ha
assecondato in pieno questo desiderio:
come il 10 giugno, quando segue
con un lungo servizio la presentazione
dell'ultimo libro di Carlo Bianco,
il padre novantaduenne di Francesco,
capogruppo regionale di Forza Italia.
E capirete che una notizia del genere
non ti cade tra capo e collo, non
ci inciampi su: |
bisogna cercare, scavare,
non fermarsi davanti a reticenze
e depistaggi. L'attacco del
servizio di Annalisa Angelone
è da questo punto di
vista fulminante: "A
otto anni già leggeva
Virgilio, Omero
e Hegel
".
Si riferisce, ovviamente,
all'autore del libro: il figlio
si è |
Annalisa
Angelone e Rita Levi Montalcini
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accontentato
di avere accanto, tra gli altri,
Ermanno Corsi, il suo viva
voce personale al Tgr Campania.
Che, come riferisce la Angelone,
ha citato una frase di Rita Levi
Montalcini: "non bisogna
accontentarsi di aggiungere anni
alla nostra vita, ma vita ai nostri
anni". Restiamo in attesa,
più incontentabili della
Buttiglione, che quel tg aggiunga
notizie alla propria vita. |
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CATANESI |
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Anche
l'Ansa è on line: e su Internet,
lo sapete, tutto è possibile.
Non sappiamo però se le notizie
messe in rete da Napoli, siglate
genericamente Ansaweb, siano comunque
controllate dal responsabile Mario
Zaccaria e dai graduati Angelo
Cerulo e Vincenzo Di Vincenzo.
Se non è così, li
invitiamo a ridere con noi del lancio
del 13 giugno, in cui si legge che
ci sono "centinaia di famiglie
senza acqua potabile da ieri sera
a Napoli. A soffrire per i disagi
i residenti di via Nicolardi, nella
zona collinare del capoluogo etneo".
Povero Vesuvio: basta addormentarsi
per qualche decennio, e subito ti
soffiano il posto. |
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FRANCO |
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Bla,
bla, bla: alle nostre orecchie fa
questo rumore l'insistere a voler
capire la differenza tra giornalismo
e pubblicità; lo sappiamo,
è una fissa senile. Il 21
giugno, "D", il supplemento
settimanale di Repubblica diretto
da Kicca Menoni, ha in copertina
quattro titoli: "Reportage
/ La terza rivoluzione di Silicon
Valley", "Atlete / In
gara con la vita", "Consumi
/ Un pacchetto ci sedurrà",
"James Franco / Moda
ribelle". Bene, ci siamo detti:
in quel numero, sulle sue 218 pagine,
"D" ne porta 130 di pubblicità,
e allora abbiamo cercato quegli
articoli per respirare un po'. Soprattutto
quello su James Franco, un po' perché
l'autrice, Silvia Bizio,
è una firma del giornale,
e un po' perché il giovane
attore ha interpretato in un film
James Dean, "si è
conquistato sul campo il ruolo di
erede di De Niro", dice
di voler "prendere esempio
dalla creatività" di
Cage, Brando, Nicholson.
Da appassionati di cinema, il personaggio
ci incuriosiva. L'intervista della
Bizio è corredata da tre
fotografie: e dalle didascalie non
apprendiamo altri dettagli sulla
carriera di Franco, ma cosa indossa.
"Giubbino di jeans multitasche
e lupetto di lana a coste, cK jeans";
"Dolcevita di lana con tasche
e maniche a raglan, Miu Miu";
"Camicia di cotone con collo
alla coreana, Ralph Lauren. Jeans,
Levi's". Ci resta una curiosità:
se Calvin Klein, Miu Miu, Ralph
Lauren e Levi's, anziché
su James Franco, avessero investito
su Alvaro Vitali, ce lo avrebbero
presentato come l'erede di Paul
Newman? |
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BACCALÀ |
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Ci è
piaciuto il ritratto che, nelle
pagine dello sport del Mattino del
16 maggio, Paolo Barbuto
ha dedicato a Paolo Trofino:
noi lo conoscevamo soprattutto per
essere stato l'avvocato di Raffaele
Cutolo, ma ora lo scopriamo
nel nuovo ruolo di corno della Juventus:
"Siccome da due anni è
consulente del club e da due
anni |

Raffaele Cutolo, Luciano Moggi
e Paolo Trofino |
la Juve
non smette di vincere, la
società bianconera
se lo tiene stretto".
Tutto nasce da un'amicizia
con Luciano Moggi,
ai tempi del Napoli da scudetto;
a unirli, tra le altre,
la passione per
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l'ippica.
È Trofino stesso a raccontare
una "scaramanzia": "è
la partita a scopone che giochiamo
prima di ogni partita. Io e Luciano
Moggi contro Adriano Costa
e Franco Ceravolo (due dirigenti
della Juve): se vinciamo io e Moggi,
è certo il successo della
squadra". E Barbuto aggiunge
che "è scattata la convocazione
per Manchester: lo scopone non può
mancare prima della finale con il
Milan", e immaginiamo che Costa
e Ceravolo abbiano stravinto.
Ma il tripudio raggiunge il culmine
in un ristorante napoletano: quello
dove "si riuniranno gli amici
di sempre" per festeggiare
lo scudetto bianconero. "L'anno
scorso i piatti forti del menu della
festa furono i 'fagioli alla don
Moggi' e il 'baccalà Moratti'",
scrive |
Barbuto. La scena dev'essere
stata indimenticabile: mentre
Trofino ripone le carte da
gioco, Costa e Ceravolo fanno
spazio a don Luciano che porta
in tavola l'omonima fagiolata,
e promette, a chi sghignazza
per il malizioso accostamento
gastronomico |
Paolo
Barbuto e Massimo Moratti
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col
presidente dell'Inter, che per i
prossimi scudetti sono in cantiere
il "maiale Sensi"
e la "frittata Ancelotti".
Povero stile Juventus: si è
passati dagli Agnelli ai
baccalà. |
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Da
internet in libreria
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Papere
e papaveri |
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"Ho
capito del malcostume
esistente
a Napoli
più leggendo in
una notte questo
libro che in anni
e anni
di studio". |
Gerardo
Marotta
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Papere
e papaveri può essere
acquistato nelle
librerie napoletane
o, via internet,
contattando:
Loffredo - loffredo@rinascita.it
(tel. 081-5783534/5781521)
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