Io ho vinto una lotteria

Caro direttore,
sai a cosa ho sempre paragonato Iustitia? Alla Dc di Fanfani, Moro e Rumor e a Orietta Berti (senza offesa per nessuno dei soggetti citati). Tutti ne parlavano male…, ma tutti all’epoca votavano Dc, e Orietta vinceva spesso il Festival di Sanremo. E tutti oggi leggono Iustitia. Perciò affido queste mie annotazioni al tuo sito anziché inviare alcune migliaia di e-mail.
Devi sapere che alcuni anni fa ho vinto una lotteria: primo premio una sclerosi multipla (per gli esperti aggiungo che la mia patologia è del tipo relapsing- remitting). Un male infido, subdolo, insomma una canaglia. Ti bombardano di interferone e tu pensi di essere guarito. Ma mentre sembra che la situazione sia sotto controllo d’improvviso avviene un corto circuito e si spegne la luce: non cammini più, il cervelletto infiammato ti fa vivere sensazioni da ottovolante e con gli occhi devastati dalla diplopia vedi una doppia umanità (come se una sola non bastasse).
Cosa fai? Quello che fanno gli animali quando si rendono conto di essere sul punto di morire. Ti trovi un posto defilato e discreto e aspetti la morte. E la resurrezione, se sei credente. Così faccio io periodicamente: mi defilo, scompaio e aspetto. E resuscito (il che mi fa sperare in un futuro da leader in Forza Italia).
Ho vissuto gli ultimi mesi del 2006 e i primi del 2007 in compagnia di un elegante paio di stampelle: sobrie, comode, cromate e con il manico di colore blu. In questi stessi mesi mi è capitato di andare spesso all’Ordine, o al funerale di qualche collega. In tanti mi hanno visto “stampellato”. Ma non una sola telefonata mi è arrivata. Neanche da quelli (e sono parecchi…) che forse, se andassero indietro con gli anni, ricorderebbero che la gratitudine e la solidarietà sono sentimenti, e valori, irrinunciabili e non presidii sanitari per effettuare i gargarismi mattutini. Dunque: il 20 maggio scorso i giornalisti sono andati alle urne. E c’è una consolidata abitudine nel nostro ambiente in circostanze simili: la conta dei morti e dei superstiti. Spuntano fraterni amici che in questi anni sembra che non abbiano fatto altro che essere in pena per te, per la tua salute e per il tuo equilibrio economico e professionale. Ma che in realtà di te se ne sono sempre infischiati. Ma tant’è: va’ dove ti porta il quorum. Il 20 e il 27 ho fatto lo scrutinatore senza favoritismi o intrallazzi elettorali, a dispetto di una poco elegante accusa incassata domenica 20 maggio durante lo spoglio (ho trasformato un 263 in 265 a favore di un candidato, ma alle 2 del mattino un attimo di defaillance è perdonabile). Avrei trasformato volentieri quel 263 in 2630 se il candidato fosse stato Franco Landolfo, che mi telefonava periodicamente e diceva: “Guaglio’, ma tu fumi ancora? Smettila, la sigaretta fa male, e tu già hai i tuoi guai”.
A proposito: sarebbe stato straordinario se dalle urne fosse uscito, anche una sola volta, il nome di Landolfo.
Saluti e auguri a tutta la fascia d’ascolto.

Sergio Califano

(*) Da www.deputati.camera.it
(**) Da www.comitatinazionali.it
(***) Da www.cronologialeonardo.it
(****) Da www.raidue.rai.it

 
Amintore Fanfani (*)
Aldo Moro (**)
Mariano Rumor (***)
Orietta Berti (****)
Franco Landolfo
Sergio Califano